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Quando ero piccolo, all’età di 8 anni, la neve imbiancava le vie del piccolo paese in cui abitavo. Adoravo uscire a piedi la sera tenendo stretta la mano sicura di mio nonno che mi raccontava storie della sua infanzia, mentre insieme, con il naso all’insù, cervavamo di gustare i grandi fiocchi che cadevano dal cielo.

Attendevo la neve ogni notte e, la mattina seguente, sapevo che essa era arrivata ascoltando dal mio letto il silenzio esterno, un silenzio diverso, perchè ovattato e talvolta interrotto dal passaggio di qualche auto con le catene montate. Aprire le persiane e trovare un mondo nuovo, bianco e lento, tranquillo e silenzioso, mi donava una profonda sensazione di serenità. Anche l’aria era profumata.

Sono passati oltre 30 anni da quelle nevicate d’infanzia e l’amore per la neve è rimasto lo stesso. La attendo ogni anno e quando cade mi fermo ad osservarla, per ore, dalla finestra. La sera esco a piedi con i miei figli e, raccontando loro i momenti trascorsi con mio nonno, contiamo i fiocchi che riusciamo a portare fino alle nostre bocche.

Questa mattina, sulle montagne delle Alpi, un po’ ovunque, il paesaggio ha comincato a tingersi di bianco, portando un’atmosfera magica: colori suggestivi che si miscelano con le calde tinte della stagione autunnale. Mi piace immaginare i pensieri e i ricordi che la neve suscita stamani in migliaia di persone.

Un ricordo in particolare, in questa mattinata bianca, va all’amico Rolly Marchi, a due anni dalla sua scomparsa. Oltre ad essere stato un amato scrittore e capace giornalista, è stato indubbiamente uno dei più grandi estimatori della “Buona Neve” (così titolava la sua rivista) e del mondo degli sport invernali.

Nella foto il paese di Trepalle, vicino Livigno, il 15.10.2015 – foto tratta da livigno.eu

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