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Il Cerro Piergiorgio continua a creare problemi a Hervé Barmasse e ai suoi compagni.  Una gragnuola di pezzi di ghiaccio, “come velocissime meteoriti”, staccatasi dal ghiacciaio sommitale, mercoledì ha colpito Giovanni Ongaro che in quel momento stata conducendo la cordata.

Fratture ad entrambe le mani e la lussazione delle dita della mano sinistra, ridotta subito dal bravo Hervé improvvisatosi ortopedico. Il ferito è stato calato per più di settecento metri, fino alla base della parete, dove gli sono stati somministrati antidolorifici. Con una marcia forzata di ventisette ore è stato accompagnato al campo deposito della Pedra del Fraile, indi al posto di soccorso di El Chalten. L’incidente avrebbe potuto concludersi in modo ancor più drammatico, ma per il povero Ongaro l’avventura al Piergiorgio è finita.

La spedizione era partita il 10 gennaio alla volta di Buenos Ajres. Barmasse con il “ragno di Lecco” Mario Conti, aveva raggiunto El Chalten, il 16, dopo un viaggio in jeep di 2800 km attraverso la pampa argentina. Dopo alcuni giorni di brutto tempo passati a preparare provviste e materiale, sabato 19 gennaio, Hervé Barmasse  e Giovanni Ongaro, giunto nel frattempo a El Chalten con Christian Brenna, avevano raggiunto la base della parete, aiutati da alcuni portatori per il trasporto dei carichi lungo i 23 km di morena e ghiacciaio.

Il giorno successivo avevano cominciato a risalire le corde fisse lasciate in parete lo scorso anno: "purtroppo – scrive  Barmasse nel suo sito web – ridotte in uno stato a dir poco pietoso. Spesso siamo stati obbligati a ripetere i tiri di corda dell'anno passato, impegnandoci in una salita che non si è rivelata veloce come speravamo. Nonostante tutto ciò dopo tre giorni, attraverso difficoltà  psicologiche non indifferenti, siamo arrivati nel punto massimo raggiunto l'anno precedente e non solo: abbiamo concluso l'ultima giornata scalando un tiro di corda in più, sotto una cascata di acqua dovuta all'elevata temperatura di questi giorni che ha sciolto i funghi sommitali". Dopo una pausa a El Chalten per procurarsi altro materiale i quattro erano pronti ad approfittare della finestra di bel tempo per concludere l’ascensione. Solo 250 metri di parete li separavano dalla Cumbre, la vetta, e le difficoltà sembravano diminuire…  A breve le decisioni sul futuro della spedizione.

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