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Lo studio dell’ecologia delle malattie trasmissibili nella fauna selvatica, nonché l’individuazione dei meccanismi che ne favoriscono la diffusione e l’impatto sulle diverse specie animali, rappresenta una delle principali linee di ricerca del Centro di Ecologia Alpina delle Viote. I risultati scientifici ottenuti sono stati riconosciuti a livello internazionale, tant’è che ora il Centro di Ecologia Alpina è partner preferenziale per progetti europei sulle malattie della fauna selvatica e sulle malattie emergenti.

Proprio in tale ottica Giovedì 1 luglio presso il Centro di Ecologia Alpina del Monte Bondone, si è tenuto un seminario dal titolo “Epidemiologia ed ecopatologia della tubercolosi bovina nelle popolazioni di tasso. Casi ed esperienze in Inghilterra”. I relatori, Richard Delahay e Gavin Wilson, sono ricercatori in biologia della fauna presso il Central Science Laboratory (CSL), un’agenzia esecutiva del Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari agricoli, del Ministero per l’Agricoltura, la Pesca e l’Alimentazione del Regno Unito, con cui il centro ha avviato una serie di collaborazioni scientifiche. Il Wildlife Disease Ecology Team, di cui Delahay e Wilson fanno parte, da 27 anni conduce uno studio a lungo termine su popolazioni di tasso nel sud-ovest dell’Inghilterra (Woodchester Park, Gloucestershire), dove la tubercolosi bovina è presente in forma endemica.

La Tubercolosi Bovina, attualmente non presente in Trentino, è malattia infettiva, forse fra le più antiche conosciute, in grado di determinare ingenti danni economici in termini di operatività aziendale, di Sanità Pubblica Veterinaria e, non ultimo, in termini di Sanità umana in quanto zoonosi. E’ uno dei casi più noti in cui una malattia venga diffusa da animali domestici ad animali selvatici con conseguenze molto gravi per la sanità pubblica. Gli animali domestici, infatti, possono essere fonte di malattie molto gravi poiché vengono costantemente sottoposti a trattamenti con antibiotici ed altri farmaci che possono creare ceppi patogeni facilmente diffusibili. I tassi, infatti, vengono infettati da feci di bovini malati e successivamente trasmettono il batterio ad altri individui che così diffondono la malattia, anche a bovini sani. Gli studi sinora condotti hanno consentito di individuare alcuni importanti fattori che favoriscono la diffusione della malattia che rappresenta un problema economico di notevole importanza per il Regno Unito. Il tentativo di arginare il problema con l’abbattimento delle popolazioni di tasso, in particolare, è risultato controproducente, poiché è stato osservato come questo tipo di intervento favorisce il movimento migratorio di individui e la diffusione del batterio in popolazioni limitrofe.

Attualmente la ricerca viene focalizzata sull’efficacia di somministrazione di un vaccino attraverso esche particolarmente appetite dai tassi. Sono stati anche presentati i risultati di studi metodologici avanzati per la valutazione della consistenza e dinamica di popolazione in mammiferi appartenenti a varie specie (cervi, daini, volpi, mustelidi) attuati dal CSL. Di fatto, un elemento basilare che permette di prevedere come una malattia possa diffondersi in una popolazione animale è rappresentato da una valutazione precisa della consistenza reale delle diverse specie, valutazione che richiede a volte anche notevoli sforzi considerata la difficoltà di censire animali in ambienti con forte copertura boscata, come ad esempio in Trentino.







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