Carcoforo, antico alpeggio ai piedi dell’alpe Egua, compare per la prima volta in una pergamena del 22 gennaio 1241. Si tratta di una divisione dei fratelli Biandrate, Guglielmo, Ruffino, Ottone e Gotofredo, figli di Gozio, e testimonia i possedimenti dei Biandrate in Valsesia. Nel trattato di pace di Brusson del 1270 tra Ibletto di Challant e il Comune di Valsesia, il nobile aostano riconosce ad Aldisia, vedova del conte Gotofredo il diritto di percepire il fitto degli alpi del defunto conte. Carcoforo pare così ancora in quella data sfruttato come alpeggio da alpigiani che ne pagavano l’affitto ad Aldisia di Visp e ai figli del conte Gotofredo.
I primi documenti che attestino la presenza di coloni walser a Carcoforo sono legati ad iniziative di enti religiosi, infatti ricompare nei documenti della fine del XIV secolo quando tra gli alpi posseduti dal vescovo di Novara in alta Valsesia tre erano posti nella valle di Carcoforo: gli alpi di Egua, di Ragozzi e di Castello. Carcoforo era allora un pascolo ai piedi dell’alpe Egua, utilizzato solo in estate come “piede d’alpe”.
Come alpe compare invece per la prima volta nel 1383, tra i confini dell’alpe Rima. In un documento del 1387, a Boccioleto, Pietro Aymoneto di Rimella , “abitante a Campo Ragozzi”, cede una pezza di terra “in territorio vallis Aigue(Egua) ubi dicitur super rivam rogozoli” ai fratelli Antonio, Zanino, Giovanni e Comolo, figli di Martino di Pè d’Alagna (Pedelegno di Alagna) Pietre Gemelle, abitanti nella valle di Rima”. Considerando che Aymoneti di Rimella discendeva da Aymoneto emigrato a Rimella dalla valle del Sempione, si scopre che in un solo atto siano interessate ben cinque colonie walser: Sempione, Rimella, Alagna, Rima e la val d’Egua. Infine anche una procura tra due coloni walser datata 1395 conferma l’origine walser di Carcoforo, come colonia derivata da Pietre Gemelle, al pari di Rima.
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