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Presentato martedì scorso ad Aosta un progetto per rendere transfrontalieri la medicina e il soccorso in montagna. Il progetto “Résamont”, abbreviazione di “Réseau transfrontalier de medecine de montagne” è una rete realizzata tra l’Azienda Usl valdostana e gli “Hôpitaux du Pays du Mont Blanc”, in collaborazione con ENSA (Ecole Nationale de Ski et de l’Alpinisme) di Chamonix, IFREMMONT (Institut de Formation et de Recherche en Médecine de montagne) e la Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur.

Come ha spiegato Jean Pierre Fosson, direttore della Fondazione Montagna Sicura, il progetto prevede varie azioni, tra cui l’informazione dei professionisti della montagna (guide di alta montagna e naturalistiche, maestri di sci, pisteurs secouristes e gestori di rifugi) sulla gestione delle emergenze mediche e la formazione dei medici con seminari su temi specifici. Il primo sui traumi del bacino si è tenuto la scorsa settimana a Chamonix. Il prossimo sul trauma cranico si svolgerà il 18 giugno a Courmayeur.

Enrico Visetti, responsabile del 118 e dell’elisoccorso in Valle d’Aosta, ha parlato dell’elaborazione di una piattaforma sperimentale comune di telemedicina, per la trasmissione dei dati dai soccorritori alla centrale di soccorso. Lo stesso Visetti ha sottolineato la necessità di studiare gli aspetti medici del soccorso in ambiente impervio. Nell’ambito della telemedicina è in corso la preparazione, in collaborazione con la Fondazione Montagna Sicura, di un convegno sullo studio giuridico comparato italiano – francese – svizzero, sulla medicina di montagna, con particolare riferimento alla telemedicina (azione quattro di Résamont).

L’aspetto centrale del progetto è l’attivazione di ambulatori specialistici di medicina di montagna presso gli ospedali di Aosta e Sallanches con l’obiettivo di spartire le conoscenze e le esperienze specialistiche dei vari gruppi. Come ha spiegato Guido Giardini, responsabile dell’ambulatorio di Aosta, il progetto di condivisione transfrontaliera è nato nel 2008, poco dopo l’istituzione dell’ambulatorio valdostano. In Savoia si sentiva l’esigenza di creare un ambulatorio a Sallanches che a differenza di quello attivo all’ENSA di Chamonix, non si occupasse soltanto di atleti o alpinisti professionisti. Aosta ha così messo a disposizione con lo stesso Guido Giardini le competenze neurologiche, Chamonix con Jean Pierre Herry le competenze in materia di medicina dello sport e Sallanches, le competenze in materia di cardiologia con Philippe Canu e di congelamenti con Emmanuel Cauchy.  Gli ambulatori operano in prevalenza in favore degli utenti che stiano pianificando trekking, spedizioni o viaggi in terre lontane che implichino la permanenza in altitudine e di quelli che, di ritorno, siano interessati da patologie specifiche, come edema polmonare o cerebrale da alta quota, congelamento, e così via. La “rete” degli ambulatori prevede uno scambio di visite di medici specialisti, con trasferte periodiche. L’accesso all’ambulatorio di Aosta continua ad essere regolato dalla presentazione di impegnativa del medico curante per visita di medicina di montagna e dal pagamento del relativo ticket.

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