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Dall’estate 2008 è aperto a Ceresole Reale (Torino) un percorso museale dal titolo Homo et Ibex interamente dedicato allo Stambecco, simbolo del Parco Nazionale Gran Paradiso. Allestito all’interno dell’edificio che dalla fine dell’800 ospitò il Grand Hotel, il nuovo museo conduce il visitatore alla scoperta dei vari stadi di vita dello stambecco nella sua relazione con l’Homo Sapiens, attraverso strumenti multimediali, plastici e ricostruzioni.

L’ambita preda del "Re cacciatore” – Vittorio Emanuele II, al quale il Comune di Ceresole aveva ceduto il diritto di caccia su camosci e stambecchi, ottenendo in cambio il titolo onorifico “Reale”- torna ad essere protagonista dell’attenzione dei turisti proprio fra le mura del Grand Hotel che fra fine ‘800 e inizio ‘900, fece vivere alla località una lunga stagione di turismo di élite, di gran moda fra la borghesia torinese, legata alla presenza dei Savoia e alla fonte di acque minerali allora molto conosciuta e apprezzata.

L’ala est dell’edificio è stata infatti acquisita e restaurata dall’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso per ospitare la nuova sede operativa con una sala polivalente per dare vita a eventi culturali e scientifici in sinergia con enti e associazioni sul territorio. Nell'ambito dello studio dell'ecologia e della conservazione ambientale lo stambecco viene definito come specie "bandiera " un animale capace cioè di attirare l'attenzione dell'opinione pubblica, e che si presta dunque ad essere utilizzato come “veicolo di comunicazione” per diffondere una maggiore consapevolezza ambientale e proteggere gli ambienti in cui vive.

La storia dello stambecco riserva peraltro più di una sorpresa e molti potranno trovare risposte anche curiose visitando il nuovo centro "Homo et ibex": ripercorrete l'arrivo delle due specie in Europa, le glaciazioni, le pitture e le incisioni rupestri. Scoprire che fonti storiche citano la presenza, in epoca romana, di esemplari di stambecco negli spettacoli circensi. O che contrariamente a quanto comunemente si crede, non è un animale adattato agli ambienti nevosi.

Con l'ausilio di strumenti multimediali, sarà possibile inoltre scoprire come l'uomo primitivo utilizzasse la carne, le pelli, le ossa e i tendini delle prede cacciate; o come la moderna tecnologia permetta ai ricercatori di approfondire la conoscenza della specie; infine come l’istituzione delle aree protette sia fondamentale per la conservazione della biodiversità.
Per la prima volta in un centro visitatori del parco si sperimenta tra l’altro un sistema a led per l'illuminazione del percorso di visita, che consente un notevole risparmio energetico.

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