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Si è tenuto venerdì 29 alle ore 10.30 nell’Auditorium dell’Hotel Il Chiostro a Verbania un incontro dedicato alle donne e alla montagna tra gli appuntamenti di LetterAltura 2007, il primo di un ampio ventaglio. Nel corso dell’appuntamento tre figure femminili hanno esplorato e sviscerato un mito diventato modello: Heidi.

L’archetipo di Heidi, la protagonista del libro di Johanna Louise Spyri, è stato presentato in primis da Daniela Fornaciarini attraverso una ricerca pragmatica sul territorio, «un’esplorazione a metà tra immaginario e antropologia svolta per cogliere quanto oggi c’è a Maienfeld, paese dei Grigioni, che si identifica con Heidi e la sua storia». La Fornaciarini, in un excursus sulle numerose edizioni del libro di Heidi, ci riporta alla questione dei veri e dei falsi, di come il mito di Heidi abbia portato alla creazione di una serie di romanzi che la Spyri non aveva mai scritto.

Letizia Bolzani, citando Calvino, introduce Heidi come un classico, «un libro che non ha ancora finito di dire». Dalle sue parole Heidi emerge come una «bambina salvifica che ridona energia vitale a tutti i personaggi, guarisce il male perché l’ha provato su se stessa» e ancora «Heidi incarna quel puer interiore attraverso il quale possiamo riscattare la nostra vita o quella parte di vita che non abbiamo vissuto». Da un’analisi delle due opere della Spyri (Gli anni di apprendistato e di pellegrinaggio di Heidi- 1880; Heidi può mettere a frutto cosa ha imparato- 1881) Letizia Bolzani sottolinea la scrittura essenziale, asciutta per nulla roboante e melensa, una scrittura che porta tra le sue parole uno dei primi classici per l’infanzia.

Un’esplorazione nuova quella di Chicco Margaroli che fa vivere Heidi nella contemporaneità, non come personaggio in carne e ossa ma come mezzo per far esprimere i personaggi di oggi. E così in un'opera video propone un'Heidi nuova, una bambola in resina trasparente che è in grado di assorbire e riflettere i colori dell'ambiente esterno, che fa parlare i personaggi che la circondano.

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