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Durante l’attività  fisica in montagna è importante bere, lo si ripete spesso, ma forse non si insiste abbastanza su cosa bere. La notizia che a ferragosto (dell’anno 2016) dodici scout sono stati ricoverati all’ospedale di Aosta per una gastroenterite alquanto debilitante, ripropone drammaticamente il problema dell’acqua inquinata in montagna.

Sfatato il luogo comune che l’acqua di montagna sia sempre purissima, è ormai accertato che le acque superficiali, ma anche di sorgente (per esempio dopo precipitazioni abbondanti come quelle della scorsa settimana), possono essere contaminate.

Non si tratta solo di rotavirus o E.coli, i più frequenti responsabili delle diarree estive: si possono anche trovare  Salmonelle, Shigelle, protozoi, virus dell’epatite, responsabili di ben più gravi malattie gastroenteriche.

Ecco alcuni consigli pratici su come comportarsi: (*)

  • Quando dobbiamo affrontare una camminata di molte ore è necessario fare provvista di acqua sicura. Quindi  rifornire la borraccia di almeno 2 litri di acqua sicuramente potabile, cioè proveniente da  rubinetto di acquedotto o da acqua potabilizzata con metodi sicuri (potabilizzatore a UV , in dotazione a quasi tutti i rifugi alpini, o clorazione o bollitura,) o  consumare bevande imbottigliate, ermeticamente chiuse
  • Se ci si trova a dover fare rifornimento da sorgenti non controllate, ricordare che nei paesi europei (o extraeuropei ad alto tenore igienico) il rischio di inquinamento microbiologico è basso se l’acqua proviene da sorgente d’alta quota o da acqua di neve o ghiacciaio; medio se proviene da sorgente o fontana senza insediamenti umani (abitazioni) o animali a monte, elevato se da sorgente o fontana con insediamenti umani o animali a monte, da acque superficiali correnti (ruscelli o torrenti), o se si tratta di acqua piovana di cisterna e infine molto elevato se si tratta di acque superficiali correnti a valle di abitati o acque ferme (laghi,bacini).

Insomma bere sì, ma in sicurezza e se si è stati poco previdenti, meglio soffrire un po’ la sete e arrivare in rifugio per rifornirsi di acqua sicuramente potabile.

*Fonte: Vademecum per la preparazione al trekking, a cura della Commissione centrale medica del Cai Milano 2004.

Passo del Bernina, Canton Grigioni (SUI) – foto credits Luca Lorenzini

 

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