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Giovedì 27 e venerdì 28 febbraio, nella valtellinese Aprica torna Sunà da Mars, la tradizione delle tradizioni aprichesi. La celebrazione chiama al risveglio l'erba in un modo che più convincente non si può: con il clangore di mille campanacci e campanelli sbattuti ritmicamente dalle sei falangi di scampanatori in costume, corrispondenti alle sei contrade comunali, seguite da gruppi più informali di varia provenienza. Sunà da Mars rimane ad Aprica una tradizione vivissima, partecipata anche da tutti i giovani e giovanissimi, non solo del posto.

E di campanacci, come sempre, ne arriveranno da molte località della Valtellina, dalla bresciana Valcamonica e dalla bergamasca Val di Scalve. Come informa il vicesindaco e assessore Bruno Corvi, ci sarà quest’anno addirittura qualche gruppo in più rispetto al 2013: la Proloco del Marà di Castello dell’Acqua, Edolo e un secondo gruppo di Teglio. Ed è confermato anche il tocco d’internazionalità rappresentato dagli Svizzeri della Valposchiavo, che partecipano sempre numerosi e con entusiasmo.

Mancano pochi giorni alla messa in scena dell’edizione 2014 di Sunà da Mars – letteralmente Suonare di Marzo – che tradizionalmente cade gli ultimissimi giorni di febbraio, e tutto è ormai pronto: i costumi tipici e i lunghi mantelli neri coi cappelli in bell’ordine dentro gli armadi, i grandi foulard e le gonne colorate delle donne in naftalina nei cassettoni di ciliegio, i campanacci appesi in un angolo della stüa o custoditi gelosamente in luogo segreto (com’è il caso del mega-campanaccio simbolo, che ogni anno passa da una contrada all’altra), le gerle, le falci, le lanterne e le gianèti (bastoni da pastore) ben custoditi nel solaio.

Programma. Il primo giorno ci sarà la semplice cerimonia di passaggio del campanaccio simbolo dalla frazione di Santa Maria a quella di Mavigna, che poi lo custodirà per un anno intero (la successione annuale tra le contrade è Santa Maria – Mavigna – San Pietro – Dosso – Liscedo – Liscidini) e, il pomeriggio, la benedizione degli ingredienti per il mach, occorrenti a preparare la polenta con salsiccia e il vino caldo da distribuire a tutti i partecipanti la sera dopo, terminati i rumorosi cortei e l’ancor più rumoroso spettacolo di esibizione dei diversi gruppi in Piazza del Palabione.

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