Select Page

A marzo è in edicola l’annuario da collezione Alp Exploit 06: grandi imprese, personaggi, eventi di un anno verticale su pareti, blocchi, falesie. La rivista che ha raccontato la storia dell’alpinismo contemporaneo è stata completamente rinnovata. Nel nuovo Alp magazine mensile, uscito nella nuova veste con formato, contenuti, stile e taglio inediti, si troavno ampi sguardi dalle cime sul panorama dell’attualità.

A marzo è in edicola il numero da collezione Alp Exploit 06: grandi imprese, personaggi, eventi di un anno verticale su pareti, blocchi, falesie. Tutto quello che c’è da ricordare e non dimenticare, un anno da ripercorrere attraverso la cronologia di cronache alpinistiche, commenti dei protagonisti, interviste ai personaggi che hanno lasciato un segno nei luoghi dell’avventura estrema.

Si parla dell’Alaska, terra di cime ambite per spedizioni da fuoriclasse. Lassù, in quel regno di ghiaccio e roccia, a tu per tu con il Circolo polare artico, è passato il grande alpinismo del passato e abita quello del futuro.

Sono stati Marko Prezelj e Boris Lorencic ad alzare l’ambito Piolet d’or al cielo, salendo il pilastro nord ovest della montagna perfetta, il Chomo Lari che tocca quota 7.350, al confine tra Tibet e Bhutan. Ma hanno avuto filo da torcere da coloro che vengono considerati i portabandiera dell’alpinismo russo di oggi: Denis Urubko e Serguey Samoilov. Nessuno come loro: il Broad Peak nel 2005 e neppure dodici mesi dopo il Manaslu. Due 8000, due prime proibitive, uno stile unico. Da qui si apre una panoramica sull’alpinismo dell’est: vent’anni di cambiamenti dalle squadre ai solitari.

E poi idee e opinioni sull’alpinismo di casa nostra nelle interviste ad alcuni mattatori della scena da Valseschini a Moro, poi Giorda, Libera, Larcher, Marlier e Salvaterra. Un dibattito sulla “generazione della resina”, scatenato dalla domanda: ma la montagna è ancora necessaria per scalare? Come i più giovani interpretano l’arte dell’arrampicata a prescindere dai luoghi. (Con un’intervista a Patxi Usobiaga e Luca “Canon” Zardini). Note a margine di un grande evento sportivo, il Daone Ice Master, che ha visto la prima storica vittoria di una climber italiana, Jenny Lavarda, ed è diventata la gara emblema del cambiamento climatico, con l’arrivo del Föhn, che ha fatto sciogliere il ghiaccio e trasformato l’arrampicata in dry-tooling, rimettendo al lavoro il grande team di tracciatori…su legno.

E ancora: Cosa succede sugli Appennini, in un aggiornamento sulle attività a cura di Stefano Ardito. Davo Karnicar chiude il cerchio delle Seven Summit discese in sci, con l’ultimo exploit sul Mount Vinson in Antartide. Il Canadian Alpine Club compie 100 anni. Interviste a: Daniel Andrada, Stéphane Benoist, Jenny Lavarda, Ueli Steck, Maurizio “Manolo” Zanolla.

alp Magazine
Cda&Vivalda Editori
pagg. 120 –  €. 6.50 in edicola a inizio mese.

Share This