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Tre, come sempre, i percorsi che si snodano fra passi che hanno fatto la storia del ciclismo e paesaggi incantevoli: Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Falzarego, Giau, Valparola evocano un fascino senza pari e transitare sotto i massicci delle Dolomiti su strade prive di traffico è un’emozione unica, uno sforzo di pura arte pedalatoria.

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La partenza – @Alex Moling

Le Dolomiti sono una delle opere più esaltanti di quella che potremmo chiamare l’arte di Madre Natura. Pedalare in questo contesto magnifico, senza l’assillo delle auto e delle moto, è una sublime opportunità.

Questi i tre percorsi che i corridori affrontanto domenica 4 luglio 2021:

  • La Maratona: 138 km e 4230 m di dislivello
  • Il Medio: 106 km e 3130 m di dislivello
  • Il Sellaronda: 55 km e 1780 m di dislivello

Il racconto della giornata

Dedicata al tema dell’Arte si è conclusa la 34a edizione della Maratona dles Dolomites – Enel, tornata a sorridere dopo due anni. Fabio Cini e Marta Maltha i vincitori del lungo, il percorso di 138 chilometri e oltre quattromila chilometri di dislivello che accarezza le Dolomiti ladine.

Doveva essere una giornata piovosa, fredda, grigia, invece alle 6,30 un sole pallido, e via via sempre più luminoso, ha salutato i 5615 corridori pronti ad affrontare la 34a edizione della Maratona dles Dolomites quest’anno dedicata all’arte. Un numero ridotto, per le ragioni che ben conosciamo, ma perfettamente monitorato: chiunque partecipi e collabori alla Maratona, comprese le migliaia di volontari che hanno permesso la riuscita della corsa, hanno avuto un green pass in quanto vaccinati, guariti o testati da giovedì in poi. Si tratta dunque di una Maratona corsa in tutta sicurezza, requisito fondamentale e fortemente voluto dagli organizzatori nel momento in cui, tre mesi fa hanno deciso che l’opera finalmente si poteva compiere in tutto e per tutto.

Perché mai come quest’anno la Maratona è possibile paragonarla a un’opera d’arte, a partire dalla maestosità delle Dolomiti questa mattina in gran spolvero, alle installazioni disseminate lungo il percorso, ai ciclisti veri e propri performer di un dinamismo ritmico che sarebbe piaciuto a Balla Boccioni, Depero e, perché no, anche a Schifano, artisti che della velo-cità hanno fatto un loro elemento ispiratore.
“Cos’è l’arte? È un sentimento che ci apre e ci smuove. Non si può non amare l’arte, significherebbe non amare la vita. Quando uomo e montagna si incontrano nascono dialoghi silenziosi. O forse socratici. Questa è arte. Che sia una buona pedalata artistica, incontrando noi stessi tramite gli altri, pedalando su e giù per i passi con un sorriso, sempre”.

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Passo Campolongo @ Manuel GLira

Questo l’augurio di Michil Costa, presidente del comitato organizzatore della Maratona, paladino di un turismo meno succube del dominio auto-motoristico e più vocato a una visione che sappia davvero tutelare la natura oggi troppo snaturata. E la Maratona, con le strade chiuse al traffico, è un esempio concreto di come potrebbero essere vissute le Dolomiti, e non solo, oltre l’assillo del traffico, del rumore, dello sfruttamento intensivo.
I ciclisti, galvanizzati dalla presenza del sole e anche dall’interrompersi di un’astinenza durata troppo a lungo, sono partiti a tutta, decisi di affrontare i 138 chilometri del percorso lungo e oltre quattromila metri di dislivello con tutto l’entusiasmo e l’energia possibile.
Ovviamente, non tutti i ciclisti si cimentano nel percorso lungo, avendo la possibilità di scegliere fra i tre percorsi che caratterizzano da anni la Maratona dles Dolomites-Enel che si snodano fra i mitici passi dolomitici tutti rigorosamente chiusi al traffico: Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Falzarego, Giau e Valparola. Oltre al Lungo di 138 chilometri e 4230 metri di dislivello, c’è il Medio di 106 chilometri e 3130 metri di dislivello e il Sella Ronda di 55 chilometri e 1780 metri di dislivello.

Anche quest’anno la Maratona è andata in diretta televisiva realizzata da RAI 2 che ha seguito la corsa dall’inizio fino all’arrivo dei primi classificati del percorso lungo. Dalle 6 alle 12 le immagini hanno ripreso non solo le migliaia di corridori disseminati lungo le strade dolomitiche ma anche lo scenario spettacolare che fa da cornice alla corsa che, come spesso accade, si è decisa sul passo Giau. È su queste mitiche rampe che Fabio Cini attacca il gruppetto dei migliori, composto fra gli altri dal plurivincitore Tommaso Elettrico, una tripletta la sua, e Vincenzo Pisani, sempre piazzato. Un’azione coraggiosa perché prima del traguardo c’è ancora da scalare il Falzarego e il Valparola. Ma Fabio Cini non ha un attimo di esitazione e conclude la sua opera in solitaria nel tempo a dir poco strepitoso di 4h, 31’,2”, quasi cinque minuti in meno rispetto al tempo ottenuto da Tommaso Elettrico nella sua ultima vittoria. Al secondo e terzo posto si piazzano Vincenzo Pisani e Paolo Castelnovo che giungono con oltre cinque minuti di ritardo.

“Sono andato via sul Giau – dichiara un felice Fabio Cini al traguardo – ed è stata lunga arrivare fin qui da solo, con tanti pensieri, ma alla fine ce l’ho fatta, è andata davvero bene”. È la classica solitudine dell’uomo solo al comando, che all’arrivo si stempera in un grande sorriso. “Mi sono gestito, ho usato la testa, ho fatto il bimbo bravo come si dice da noi in Toscana – Cini è di Colle Val d’Elsa – e adesso mi godo la vittoria, dopo il secondo posto nell’ultima edizione”. Cini è da poco meno di dieci anni che ha iniziato a pedalare e, anno dopo anno, ha sempre migliorato le sue prestazioni. “Ho iniziato sette, otto anni fa, prima giocavo a calcio. Ma la mia è la vittoria di tutti, siamo cinque, sei mila persone, e tutti ci ritagliamo il tempo togliendolo alla famiglia, al riposo e domani si torna al lavoro, chi in fabbrica, chi in ufficio, e questa deve essere una gioia, una gioia di tutti, perché siamo tutti amatori”.

Altra grande impresa anche sul fronte femminile, grazie all’olandese Marta Maltha che dopo essersi piazzata tre volte seconda, riesce finalmente nell’impresa di arrivare prima e sola al traguardo. “Per me è incredibile, sono più che felice. Amo questa corsa, è talmente bella, bello l’ambiente in cui si pedala, volevo con forza vincerla almeno una volta”. Il tempo è davvero strepitoso: 5h, 17’, 17”, cinque minuti in meno rispetto alla vincitrice dell’ultima edizione. “Le ultime due volte il Giau è stato per me fatale, ma oggi l’ho affrontato sicura, mi dicevo di andare e andare senza pensarci troppo ed ora eccomi qui, prima al traguardo”.
Sul percorso medio il podio maschile è composto da Pietro Dutto, Francesco Avanzo e Luigi Salimbeni, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto, quello femminile vede Lisa De Cesare al primo posto, Olga Cappiello al secondo e Chiara Turchi al terzo. Vincitori del Sella Ronda sono Davide Ferrari, Beniamino Desiderio e Pietro Andreoletti per gli uomini e Veronica Alessandrini, Elisa Della Rosa, Vera Nicolussi Leck.

È stata un’edizione veramente speciale, impensabile fino a tre mesi fa e per questo ancora più suggestiva. Ma adesso non è più tempo di guardarsi indietro e il pensiero va già alla prossima edizione dedicata ai ciüff, alla flora e se son rose, fioriranno certamente ancora una volta sotto le guglie maestose delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO.

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