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La prossima edizione della Dobbiaco-Cortina di sci di fondo non sarà una gara come tutte le altre. Infatti, domenica 4 febbraio, la gran fondo a tecnica libera spegnerà trenta candeline, un traguardo eccezionale per una gara che ha avuto una valenza storica straordinaria, tanto da spingere le autorità locali a rendere il percorso permanente. Ecco perché gli appassionati attendono con passione che cada la prima neve per assaggiare il tracciato che ricalca fedelmente quello della piccola ferrovia purtroppo dimessa nel 1962.

Quindici anni dopo l'ultima corsa del trenino che univa l'alta Pusteria con l'ampezzano, un gruppo di amici decise di mantenere viva quella via di comunicazione con una gara di fondo che altro non poteva chiamarsi che Dobbiaco Cortina. Da allora, ogni anno (con l'eccezione del 1990, anno tristemente avaro di neve) nel primo weekend di febbraio il rito si ripete per la gioia di centinaia, migliaia di fondisti. Va detto che la Società Gestione Impianti di Cortina d'Ampezzo, da alcune stagioni a questa parte, prevede l'innevamento del tracciato anche in mancanza di neve naturale, ma chiaramente poter testare il percorso subito dopo una bella nevicata ha tutto un altro fascino.

E di fascino il percorso della gara ne ha tanto, dal passaggio nella Piana di Dobbiaco alla Valle di Ladro attraverso piste che hanno fatto la storia della Coppa del Mondo per continuare con gallerie illuminate artificialmente, ponti di legno sospesi su gole, il transito per i 1.530 metri del Passo di Cimabanche fino all'approdo al traguardo posto proprio alla vecchia stazione di Cortina.

Per festeggiare lo straordinario traguardo delle trenta edizioni, le due anime del comitato organizzatore, quella di Dobbiaco per la partenza a fianco di Cortina per la seconda metà di gara, stanno pensando ad una grande novità. Ma ora è prematuro.

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