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“Due notti di ghiaccio – nel Parco del Gran Paradiso” è un insieme di storie di guardaparco, dal primo dopoguerra ai tempi recenti: due generazioni che si susseguono tramandandosi il mestiere e la passione per la natura e l’ambiente. 

L’autore, Virgilio Giacchetto, famiglia originaria della Val Soana, sul versante piemontese del  parco del Gran Paradiso, è nato in Valsavarenche, dove il padre ha svolto per anni l’attività di guardaparco. Una foto nel suo studio, anno 1963, lo ritrae a sette anni all’ombra di un’enorme candela di ghiaccio formatasi dalla cascata di Dégioz; tempi in cui gli inverni erano molto più rigidi di adesso!

Ha scritto il libro soprattutto per ricordare il mestiere di guardaparco negli anni Cinquanta e Sessanta, quando i bracconieri sparavano non solo alle bestie, ma anche agli uomini che impedivano la loro attività e per raccontare l’esperienza vissuta in prima persona accanto a un alpinista caduto in crepaccio. Diploma magistrale, qualche anno di insegnamento e poi la decisione di seguire l’attività del padre, svolta fino al 1989.

Un po’ di rimpianto per avere lasciato (per dissensi sull’organizzazione) un lavoro denso di soddisfazioni, ma con l’attuale occupazione di funzionario regionale, riesce ad avere molto tempo libero per andare in montagna, leggere e scrivere, suoi passatempi preferiti, e anche per viaggiare e fare fotografie, alcune delle quali già pubblicate  su riviste (“Piemonte Parchi”, “Rivista del trekking”). Il libro, opera prima, è  indubbiamente piaciuto, classificandosi al terzo posto al concorso nazionale “Leggimontagna 2006”, sezione narrativa.

“Per la carica di emotività, l’affettuoso rispetto per l’ambiente, la felice originalità ideativa dell’intreccio e il montaggio ben congeniato, il racconto risulta gradevole e avvincente” recita la motivazione del premio, per l’autore una piacevole quanto inaspettata sorpresa.«Ero quasi imbarazzato di fronte a scrittori e alpinisti come Enrico Camanni, Walter Bonatti, Giorgio Spreafico, Barry Lopez e tanti altri che hanno presentato le loro opere in concorso. Forse  è stata premiata l’esperienza diretta di quella notte vissuta nel ghiacciaio, forse la gente è stufa di leggere storie eclatanti ed eroiche» ha affermato.

a cura di Oriana Pecchio

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