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Nives Meroi, la prima donna italiana in vetta al K2 è sul palcoscenico del Jardin de l’Ange a Courmayeur per l’ultimo appuntamento de , il ciclo di conferenze e film organizzato dalla Biblioteca Comunale di Courmayeur e da Grivel – Mont Blanc. Il 24 agosto alle 21,30 Nives Meroi presenta il suo film .
Bionda, occhi azzurri, fisico esile, sembra essere animata più dalla passione e dalla determinazione che dalla forza fisica, ma è una donna forte, abituata alla durezza, alla fatica, ai carichi pesanti. Ha la determinazione degli scalatori che vogliono arrivare in cima, anche se lei afferma: .

Nives Meroi è nata a Bonate Sotto, in provincia di Bergamo, nel 1961, ma vive a Fusine, vicino a Tarvisio da più di vent’anni. Con il marito Romano Benet ha già collezionato nove vette oltre gli ottomila metri. Dopo essersi fatta le ossa arrampicando sulle Alpi, soprattutto le orientali, ha cominciato la sua esperienza in Karakorum e Himalaya nel 1994 con il versante nord-ovest del K2, prima donna a tentare questa parete. Allora dovette rinunciare a meno di duecento metri dalla vetta, solo perché la nuova via di salita non portava in cima. Dopo un tentativo fallito all’Everest, Nives raggiunge la vetta del suo prima ottomila, il Nanga Parbat, nel 1998. L’anno successivo lei e Romano riescono nell’ascensione di Shisha Pangma e Cho Oyu. Nel 2000 si cimenta su una nuova via sul Gasherbrum II, ma viene fermata dal cattivo tempo. Nel 2001, a fine estate, con Romano e l’amico Luca Vuerich è la volta del versante nord del Mazeno Peak (nel massiccio del Nanga Parbat, durante l’ascensione del quale aveva studiato questa salita), una parete alta più di 3000 metri, probabilmente ancora inviolata. Purtroppo un’altra rinuncia, sia per il cattivo tempo, sia per la situazione politica in Pakistan dopo l’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre.

Nel 2003 riesce a raggiungere la vetta di Gasherbrum I e II e del Broad Peak, ancora con il marito Romano e Luca Vuerich, in 20 giorni, cioè a tempo di record. Soltanto Erhard Loretan aveva fatto meglio concatenando le tre cime in appena 17 giorni. Nel 2004 è la volta del Lhotse e subito dopo si unisce alla squadra della spedizione nazionale Everest –K2 CNR che deve aggredire la “montagna degli italiani” dallo spigolo nord. La peggior estate degli ultimi 50 anni, con continue nevicate mette a dura prova gli alpinisti di questo team, facendoli infine desistere dopo due mesi tra marcia di avvicinamento, trasporti e installazione di campi. Nives, unica donna del gruppo, si distingue per la forza e la determinazione. L’anno dopo Nives e Romano tentano la scalata di Dhaulagiri e Annapurna, ma sono ancora una volta bloccati dal maltempo.

Ci hanno riprovato la scorsa primavera: pieno successo sul Dhaulagiri anche se dichiarano che è stata l’ascensione più faticosa della loro vita; un’altra rinuncia all’Annapurna, dove scampano per miracolo alla morte evitando di un soffio di essere travolti da un seracco staccatosi mentre si trovano tra campo 2 e 3. Decidono che non è il caso di rischiare troppo visto che l’anno prima in una situazione analoga era morto Khristian Kuntner e erano rimasti feriti Abele Blanc e Marco Barmasse. Il 26 luglio l’impresa più difficile: con Romano conquista la vetta del K2, prima donna italiana a raggiungerla. Con nove ottomila nel carnet, è appena dietro l’austriaca Gerlinde Kalterbrunner nel numero di ottomila scalati.

Lo scrittore e alpinista Erri de Luca l’ha seguita durante la prima spedizione al Dhaulagiri, raccogliendo confidenze e pensieri sulla montagna, la vita, la fatica e le sfide. Ne è venuto fuori un libro Sulla traccia di Nives (Mondatori) che in poco tempo è diventato un best seller tra i libri di montagna.

Oriana Pecchio

Grivel Mont Blanc
11013 Courmayeur (Aosta) Italy
Phone: +39.0165.84.37.14
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