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Nives Meroi e Romano Benet, sabato 6 agosto alle 21 inaugurano il ciclo 2011 di serate alpinistiche promosse dal comune di Courmayeur e da Grivel, presentando “le montagne che non ho scalato”. Appuntamento presso il Jardin de l’Ange.

Nives Meroi, bergamasca e Romano Benet di Tarvisio, formano una coppia sulle montagne e nella vita. Uniti dalla stessa passione per l'alpinismo, il loro legame va ben aldilà di quello di una normale cordata. Sposati dal 1989, hanno scelto di vivere a Fusine, un piccolo villaggio nel cuore delle montagne di casa, le Alpi Giulie. Il loro alpinismo è sempre stato all'insegna del “by fair means”, dell’etica e della lealtà, senza uso di ossigeno supplementare e portatori d'alta quota, affrontando la montagna da soli, o in compagnia di un ristrettissimo numero di amici, tra i quali un posto speciale spettava a Luca Vuerich, tragicamente scomparso due anni fa.

Per il loro inizio himalayano nel 1994 scelsero di esplorare la difficilissima e quasi sconosciuta parete Nord del K2, arrivando a poco meno di 200 metri dalla cima. Nel 1998, raggiunsero la vetta del Nanga Parbat (8125 m), il loro primo Ottomila. Nel 1999 fu la volta dello Shisha Pangma (8046 m) e dopo soli dieci giorni scalarono il Cho Oyu (8202 m). Dopo questa accoppiata  che fece di Nives Meroi, una tra le più forti alpiniste in assoluto, nel 2003 in soli venti giorni collezionarono Gasherbrum I (8068 m), Gasherbrum II (8035 m) e Broad Peak (8047 m). Prima di loro solo Erhard Loretan aveva fatto meglio compiendo le stesse salite in 17 giorni, e mai nessuna donna aveva fatto tanto. Seguirono nel 2004 il Lhotse (8516 m) e nel 2006 il Dhaulagiri (8167m) e finalmente il K2, già tentato una seconda volta nel 2004. Nel 2007, arriva anche la montagna più alta, l'Everest (8850 m) e l’anno successivo il Manaslu (8163 m).

Nives con undici ottomila era in prima fila per essere la prima donna a salire tutti i 14 Ottomila, una gara che lei però ha sempre rifiutato e continua a rifiutare, con le parole e con i fatti. Nel 2009, sul Kangchenjunga, quando Romano appare stranamente affaticato e non è in grado di continuare la salita, nonostante la vetta sia vicina, Nives non ha esitazioni e sceglie di tornare al campo base. Per Romano, ma anche per Nives, è l'inizio di una nuova e difficile salita su ben altre montagne. Una prova che, in questi ultimi due anni hanno affrontato e superato insieme come hanno sempre fatto con il loro alpinismo.

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