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Pieno successo del convegno “montagna, sport e disabilità”, svoltosi a Trento, nell’ambito del Filmfestival. Attraverso testimonianze dirette ed esperienze a confronto sono stati stabiliti contatti, si è iniziata a “tessere” la rete di possibili collaborazioni, a individuare problemi comuni, a sottolineare non solo le carenze, ma anche le possibili soluzioni.
L’esperienza della montagna terapia per il disagio psichico, illustrata da Sandro Carpineta, psichiatra di Arco, ha dimostrato una crescita esponenziale dei centri attivi, adesso più di cento in Tutta Italia. www.sopraimille.it, www.montagnaterapia.it, www.elprosac.com, www.mountainblog.it, sono alcuni dei punti di riferimento per i vari centri, che con strumenti di validazione e valutazione hanno perseguito crescente credibilità e attendibilità.

Come ha ricordato Cristina Smiderle fisiatra di Bassano, i disabili in Italia sono un milione e centomila e di questi dai 60 ai 70 mila sono portatori di lesioni midollari. La montagna può essere un contenitore di benessere psico fisico anche per loro, così come lo sport, come terapia prima e agonistico poi, è mezzo per ricreare un range di attività e interessi. Importante è però promuovere l’informazione sui centri che svolgono attività specifiche per i disabili e che promuovono attività agonistiche, nonché implementare le attività sportive dedicate.

Lo sport terapia, come hanno illustrato Anna Moser e Francesca Simoni, fisioterapiste di Trento, è un momento del percorso riabilitativo, per ottenere il massimo livello di autonomia del paziente. Oggi, con lo sviluppo di protesi e ausili specifici, alcuni dei quali assolute novità, come il trycycle di cui è stato presentato il prototipo dall’ingegner Fabrizio Alessio (fabrizioalessio@hotmail.com), il paziente può trovare quello più adatto alla sua situazione. Come ha sottolineato Miranda Aldrovandi, tecnica ortopedica dell’Inail di Vigorso di Budrio le protesi per l’attività sportiva sono diverse da quelle della vita quotidiana, l’ausilio tecnologicamente più avanzato non è sempre il migliore, fondamentali sono sia le caratteristiche dell’ausilio, come la leggerezza, sia soprattutto l’interazione tra paziente e fisioterapista. Lo sviluppo della disciplina sportiva a livello agonistico va poi attuato presso società sportive, spesso lontane dal luogo di residenza o poco conosciute.

Hanno portato la loro testimonianza diretta alcuni disabili. Gianfranco Corradini, alpinista di alto livello ha tra l’altro presentato un trailer del video sulla sua ultima spedizione sulle Ande peruviane, Melania Corradini, argento nel super G alle Paralimpiadi di Vancouver ha parlato del suo iter agonistico, Gianni Garbin maestro di sci prima e dopo la disabilità, ha presentato il progetto per una scuola di sci permanente per disabili a Folgaria (www.lospiritodistella.it), Andrea Facchinelli e Paolo Baldessari, che con la pratica delle corse con handbike alternate alle escursioni in montagna, hanno ancora una volta sottolineato l’importanza di uscire allo scoperto, di “farsi vedere”.
Infine Andrea Borney, maestro di sci e insegnante di scienze motorie ha presentato la sua esperienza con ragazzi affetti da paralisi cerebrale, che ha portato alla progettazione di una tavola per snowboard modificata e ad un progetto di formazione per maestri di sci.

Il convegno si è fatto così portavoce di richieste alle amministrazioni locali e regionali:

  • la diffusione delle informazioni sulle possibilità sportive per disabili
  • la necessità di strutture per un percorso riabilitativo completo, 
  • più investimenti nella ricerca di nuovi ausili,
  • la creazione di centri per provare le attrezzature che sono fornite gratuitamente solo agli invalidi sul lavoro.

Per quanto riguarda lo sci Gianni Garbin e Andrea Borney hanno ricordato che i maestri di sci con formazione specifica per disabili sono un valore aggiunto per le stazioni di sci. I dati forniti da Iva Berasi (www.sportabili.org) sulla spesa in Europa per il turismo per disabili (98miliardi di euro) potrebbero essere un incentivo per molti amministratori a valorizzare le risorse disponibili (270 maestri di sci specializzati nel solo Trentino!) e a fare una sempre maggiore opera di divulgazione.

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