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Il titolo del libro, come la foto di copertina, come l’aura un po’ leggendaria che circonda l’autore, Mauro Corona (foto L.Lorenzini), con quella bandana piratesca ma inseparabile che, per converso, sa un po’ di copertina di Linus, predispongono bene, anche il più accigliato dei critici. E la sostanza artistica di Corona lo consente. Non sempre però. Qualche stonatura c’è. Registrarla rende più credibile anche il plauso.

Lo scriveva già Claudio Magris nella prefazione al primo libro “Il volo della Martora”, uscito nel 1997: “certamente Corona non è un grande in letteratura, come lo è nell’arte figurativa (…)”. Il fatto di non essere grandi non preclude, naturalmente, la possibilità di essere buoni scrittori. E poiché siamo davanti a un buono scrittore, dispiace notare che quest’ultimo “Nel legno e nella pietra” poteva dire di più e meglio. Stilisticamente è piuttosto piano, neutro. Qualcuno dirà: scabro, asciutto, per nulla barocco. Senza fronzoli e aggettivi inutili. Bene. Ma, ci sarà concesso, lo stile non lo fanno i fronzoli. Non è che una scrittura sia stilisticamente connotata quando la si indora. C’è stile quando si è in presenza di una certa energia. Un’energia che muove l’autore. E che il lettore avverte. Perché ne viene colpito. Qualcosa che agisce sottopelle, che urge nelle mani e nei piedi. E si fa scrittura. E si fa cammino, scalata, propulsione verticale. Quell’energia Corona ce l’ha. Ce l’ha già fatta sentire. Ce l’ha quando ascende. Ce l’ha quando scolpisce. Ma quando ha scritto questo libro non ne aveva altrettanta. In quella stessa prefazione, però, Magris proseguiva: “(…) ma è un vero, autonomo scrittore.” Ne siamo convinti anche noi. Il libro è comunque godibile: racconti brevi da comodino. Tanta aneddotica. L’atmosfera del cantastorie. Qualcosa della durezza e della flessibilità del legno. Qualche volta il miracolo: ecco allora un microcosmo destinato all’oblio che si dilata in universo memorabile. Tutto autobiografico e in prima persona. Con sprazzi di comicità, come quando, parlando con una punta di retorica della sua giovinezza non proprio agiata, Corona ci racconta di lui in auto con un amico, del tergicristallo bloccato dalla neve e del cordino di spago risolutore teso attraverso il finestrino, in un tira e molla spasmodico che potrebbe persino risultare toccante, se non fosse stupendamente buffo.



Info libro:

Mauro Corona

Nel legno e nella pietra

Mondadori, Milano 2003

€. 16,00





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