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Sono cinque le stazioni meteorologiche più famose al mondo, quella della Capanna Regina Margherita sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa a 4554 m, la più alta d’Europa; quella del Colle Sud dell’Everest a quasi 8.000m, la più alta al mondo e quelle di Vostock, Amundsen-Scott e Dome Fuji in Antartide, le più fredde al mondo con il record di -89.9° di Vostok.
Negli anni’50 però, con la costruzione della funivia Cervinia – Plateau Rosà, si sono venute a creare le condizioni per l’installazione di un osservatorio d’alta quota funzionale, sicuro, accessibile tutto l’anno, a 3488 m. così, sebbene oltre 1000 metri più in basso rispetto alla Capanna Margherita, la stazione meteorologica del Plateau Rosà ha raccolto l’importante eredità, e tra il 1951 e il 1953 il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare ha dato l’avvio alle osservazioni, istituendo una stazione sinottica collegata con la rete meteorologica internazionale che ha fatto del Plateau Rosà la più elevata stazione meteo in territorio italiano.

La sua collocazione, presso l’arrivo della vecchia funivia del Cervino sulla vetta della Testa Grigia, al confine tra Italia e Svizzera, la rende estremamente significativa sia ai fini della meteorologia dinamica, sia a fini climatologici, inoltre, l’elevata ventosità rende particolarmente affidabili soprattutto le misure termiche e quelle di radiazione solare. Anche il posizionamento degli strumenti in un territorio coperto da ghiacciai, sulle piste del Matterhorn Ski Paradise, comprensorio peraltro appezzato per lo sci estivo e per il panorama che da lì si gode sul Cervino e sul vicino gruppo del Monte Rosa, rappresenta una fonte di dati unica in Italia e rara in Europa per le applicazioni allo studio dei cambiamenti del clima e alla glaciologia.

Nei pressi della stazione meteorologica, all’arrivo della funivia del Piccolo Cervino, si trova anche il rifugio Guide del Cervino e il posto di polizia di frontiera e doganale italiano e svizzero, inoltre, a pochi passi è visitabile tutto l’anno anche nel Palazzo di Ghiaccio, una serie di grotte scavate a 15 metri di profondità nel ghiacciaio, dove sono presenti alcune sculture di ghiaccio e neve e schede informative sulla glaciologia. Quella del Plateau Rosà è la stazione ufficiale della rete WMO – World Meteorological Organization, l’organizzazione meteorologica mondiale (OMM), un’organizzazione intergovernativa di carattere tecnico, che comprende 191 Stati membri e Territori. Tra i suoi scopi ha quello di agevolare la cooperazione internazionale per stabilire una rete di stazioni che effettuano rilevamenti meteorologici, idrogeologici e geofisici, inoltre promuove lo scambio d’informazioni meteorologiche e la standardizzazione dei rilevamenti meteorologici, per rendere uniformi le pubblicazioni statistiche e delle osservazioni; negli obbiettivi di WMO c’è anche il desiderio di applicare la meteorologia all’aeronautica, al trasporto, ai problemi dell’acqua, all’agricoltura e ad altre attività umane. Una delle funzioni curiose di WMO è l’assegnazione dei nomi ai cicloni tropicali.

La serie storica delle misure, iniziata nel 1953, costituisce un patrimonio statistico di estremo valore scientifico, per gli utenti locali, per l’intero arco alpino e per la comunità internazionale. Nella stazione del Plateau Rosa si sono realizzati progetti di ricerca internazionali dalle sigle sconosciute per i non addetti ai lavori, ma che hanno dato risultati importanti. In campo turistico, per esempio, l’utilizzo dei dati di Plateau Rosa è risultato fondamentale per gestire l’assistenza meteorologica di svariate edizioni del celeberimo “Trofeo Mezzalama”. Purtroppo, nonostante la preziosità dei suoi servizi, la stazione meteorologica di Plateau Rosà, è rimasta temporaneamente chiusa tra il 1987 e il 1992 per problemi logistici ed edilizi relativi ai locali dove e’ ospitato il personale militare addetto al servizio permanente di osservazione e a partire dal 31 marzo 2000 c’è stata la sospensione dell’attività. Attualmente però la raccolta dei dati è attiva e continua.

La funivia che da Cime Bianche sale al Plateau Rosà – foto cervinia.it

SMS (Società Meteorologica Subalpina) alcuni anni fa hanno aperto una campagna di sensibilizzazione e un dibattito volto soprattutto agli enti locali, al fine di individuare alcuni possibili percorsi volti al mantenimento e all’ammodernamento della stazione, facendo leva su esempi importanti come quello del Jungfraujoch, del Sonnblick, del Pic du Midi che dimostrano che gli osservatori meteorologici d’alta quota non solo possono continuare a svolgere la loro attività scientifica, ma possono anche offrire grandi contributi alla cultura e al turismo. L’obiettivo: orientare le scelte delle Amministrazioni responsabili, per proporre un progetto per una stazione meteo “viva”, un museo dell’atmosfera nel cuore dell’atmosfera. Plateau Rosà rappresenta un’opportunità unica per realizzare un grande progetto culturale, in un millennio che vede il genere umano alle prese con il clima e i suoi mutamenti. La proposta dealla SMS è quello di ristrutturare i locali dell’arrivo della vecchia funivia e aprire un museo della meteorologia, del clima e dei ghiacciai delle Alpi e far si che le attuali difficoltà di gestione della stazione si possano trasformate in opportunità turistica e in innovazione culturale.

Osservare i ghiacciai di oggi e confrontarli con le immagini di ieri e con le ricostruzioni del territorio alpino fino a 10.000 anni fa. Far scoprire attraverso un itinerario come il tempo ha condizionato e condizionerà la vita dell’uomo e cosa l’uomo sta facendo per comprenderne l’evoluzione. Un progetto che vorrebbe portare il visitatore a parlare con gli uomini che ogni giorno contribuiscono al funzionamento della previsione del tempo di tutto il mondo, affinché possa tornare a valle più ricco, più consapevole della straordinaria complessità e delicatezza dell’atmosfera terrestre, più responsabile di fronte ai danni che giornalmente le stiamo infliggendo. Il tutto questo a 3500 metri, nel cuore dell’atmosfera.

Ma ad oggi, a distanza di parecchi anni dal lancio di queste proposte, ancora nulla è stato realizzato. Fortunatamente proseguono senza sosta le rilevazioni meteoclimatiche a cura dell’Aeronautica Militare.

 

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N°64 – HERNO – Nella serie dei piumini che si avvalgono della tecnologia Polar-Tech, che prevede l’inserimento del sacco piuma, il giubbotto è in lana tecnica dall’aspetto denim.

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