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Passione per la montagna e impegno professionale hanno contraddistinto il “Premio internazionale Saint-Vincent per i professionisti della montagna”. Venerdì 7 marzo la sala Gran Paradiso del Centro Congressi dell’Hotel Billia di Saint-Vincent era stracolma di appassionati, alpinisti e personalità del mondo della montagna, tra i quali i patron del premio, Luciano Caveri, presidente della regione autonoma Valle d’Aosta, e Gioacchino Gobbi, della Grivel-Mont Blanc, il presidente nazionale delle guide alpine Erminio Sertorelli, il presidente del Club Alpino romeno e consigliere UIAA MIchael Pupeza, oltre a numerosi giornalisti stranieri e italiani in rappresentanza delle principali testate specializzate.

Vero trionfatore della serata il russo Valery Babanov che nello scorso ottobre ha scalato con Sergey Kofanov, in puro stile alpino, il pilastro Ovest dello Jannu, (7710 m Nepal orientale) una montagna che fin da bambino lo aveva affascinato. Uno stile, vie nuove e difficili da aprire senza campi né corde fisse, che ha contraddistinto tutte le sue scalate e che gli ha valso in passato ben due Piolet d’or. Nel pieno della maturità alpinistica si appresta ora a tentare una nuova via sulla Ovest del Dhaulagiri (leggi l'intervista di Oriana Pecchio).

Grandi applausi anche per l’Enfant du pays, Hervé Barmasse, premiato per la prima solitaria sulla Sud del Cervino, prima ripetizione di una via aperta dal padre Marco con il collega guida Walter Cazzanelli e Vittorio De Tuoni nel 1983. Con Hervé, la famiglia Barmasse arriva alla quarta generazione di guide alpine: abilità, attitudine, senso della montagna, tramandati di padre in figlio. Parlando del padre Marco, Hervé ha detto: "non c’è competizione con lui, perché se ci fosse vincerebbe ancora papà". Dopo il successo sul Cerro Piergiorgio sta già pensando a nuovi progetti, a “problemi” alpinistici ancora da risolvere e, "per soddisfazione personale, a un ottomila con papà".

Per i professionisti in uniforme premiato il Centro Addestramento Alpino di Aosta per la recente ascensione al Vinson con la traversata in totale autonomia da Patriot Hills.
A Christophe Profit è andato il premio speciale “Toni Gobbi” per aver scalato con un cliente la Nord dell’Eiger. Profit ha ricordato il suo rapporto speciale con l’Eiger, caratterizzato ora da velocità, ora da lentezza, ora da ricordi particolari legati ai compagni di cordata con cui ha più volte ripetuto l’ascensione.

Infine Rajen Thapa ha ritirato il premio assegnato dall’Associazione Forte di Bard per i valori etici e solidali alla memoria della moglie  Pemba Doma Sherpa, alpinista nepalese morta sul Lhotse nel maggio 2007. "Pemba era una donna molto indipendente e molto forte in montagna e in alta quota, ma anche molto affettuosa. Insieme abbiamo fondato “Save the Himalayan kingdom” per aiutare i bambini che abitano in regioni remote a frequentare la scuola e per restaurare monasteri e conventi buddisti". La dotazione in denaro del premio sarà destinata proprio al restauro di un monastero buddista del Darjeeling, in India.

Attraverso le interviste di Pietro Giglio, guida alpina e giornalista, e di Katia Berruquier, con i  filmati e le immagini delle imprese, il pubblico è stato reso partecipe delle emozioni, delle aspirazioni e dei sentimenti dei protagonisti della serata.

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