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Fra gli obbiettivi del progetto Interreg Italia-Francia  “Una montagna di rifugi” infatti la valorizzazione dei rifugi che stanno migliorando l'accoglienza turistica  sia a livello di confort (camere famigliari accanto alle camerate spartane di un tempo) sia per le attività o  le proposte eno-gastronomiche. Si tratta di strutture abbastanza facili da raggiungere (un'ora di cammino) adatte ad ospitare famiglie, gruppi di amici e coppie, con prezzi  compresi fra 35 e 50 € a persona (per la mezza pensione) Il pranzo costa sui 15/20 €.  

Nella maggior parte dei rifugi si tende a privilegiare il pasto del mezzogiorno, specie se sono facilmente raggiungibili. L’uso delle erbe, la proposta di piatti caldi (l’altitudine porta a temperature più basse e a un maggior bisogno di calorie)  i prodotti “legati al luogo e alle stagioni (i funghi, la selvaggina, i frutti di bosco) accanto a quelli di più facile conservazione (i formaggi, le farine, le patate) caratterizzano la cucina spesso di tipo famigliare.

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Restano ad aprire ogni pasto salumi come la “mocetta” (carne secca bovina), il lardo di Arnad (servito con pane nero, castagne e miele) o il prosciutto di Bosses, prosciutto crudo speziato con erbe di montagna, prodotto a Saint Rhemy en Bosses. Salsicce e “boudins”(sanguinacci) sono serviti in genere con patate lesse, mangiate “a bocon”, cioè  in grossi pezzi.

Tra i piatti tipici valdostani: la zuppa alla Vapelleunentse, con pane, brodo di carne e cavoli, ricoperta di fontina e gratinata al forno; la Soupe Cognentze, originaria di Cogne, a base di pane di segale, fontina, riso, brodo di carne e gratinata al forno; la famosa bistecca “alla valdostana” (una fettina di vitella, aperta a tasca, imbottita di fontina, impanata e fritta nel burro); la Carbonada con polenta, a base di carne di manzo, affettata sottile, cotta nel vino rosso con cipolla, sale pepe ed altri aromi; il camoscio “in civet”.

In alternativa alle zuppe si può gustare anche la buonissima polenta arricchita con la fontina, detta polenta concia (o grassa). E con la fontina si prepara anche la fonduta, riscaldando a bagnomaria in un recipiente di rame il formaggio mescolato con uova e latte, fino ad ottenere una pasta cremosa. Servita con crostini di pane, si accompagna con carni e verdure.

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Diversa la Fondue Savoyarde, in cui il formaggio viene fuso unitamente a vino bianco e proposto in tavola in un contenitore costantemente riscaldato, in cui i commensali intingono pezzi di pane. Esistono naturalmente altre versioni della Fondue così come diversa è la Raclette, un formaggio che da nome al dispositivo per fonderlo sempre in tavola, permettendo ai commensali di versare il formaggio fuso direttamente su patate bollite o salumi.  Anche la Pierrade è un piatto “condiviso” piuttosto diffuso nelle alpi francesi: si basa sulla pietra ollare riscaldata, su cui vengono abbrustoliti dai commensali piccoli pezzi di carne.

Spesso sono i dolci della casa a rappresentare un piatto forte in rifugio: con confetture di frutti di bosco, torte di antiche ricette e sapori tradizionali… che ben ripagano della fatica della camminata!

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