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PONT.  San Giocondo, santo dimenticato dai pontesi che pur lo avevano venerato per tanti secoli, è stato riscoperto dall’associazione Ij Canteir, che lo ha  festeggiato eleggendolo suo patrono. Le reliquie di questo santo sono custodite dal 1600 ai piedi dell’altar maggiore  della chiesa parrocchiale di San Costanzo, ma sulla loro esistenza era sceso l’oblio.

A Pont non sono rimaste reminescenze della devozione a San Giocondo, sebbene fosse comparabile a quella per San Costanzo, diventato poi unico patrono della comunità parrocchiale. A riportare alla luce il culto dei pontesi per Giocondo, Vescovo di Aosta vissuto nel V secolo, sono state le ricerche di alcuni soci del sodalizio, i quali hanno scoperto, nell’archivio storico comunale, un documento relativo alla traslazione delle reliquie dei  Santi Costanzo e  Giocondo nel 1656.

"Con la collaborazione di Don Aldo Vallero, che ringraziamo di cuore, abbiamo accertato la presenza delle reliquie nella chiesa parrocchiale – spiegano Renza Aimone e Alfredo Gea dell’associazione Ij Canteir – abbiamo poi acquisito notizie riguardo il culto del santo ed altre tradizioni locali che testimoniano relazioni con Aosta, come la presenza  di pontesi in tale città  per la benedizione dei ceri di San Grato fin dal 1500".

San Giocondo ( Saint Joconde per i valdostani) era discepolo di San Grato e, secondo l’Abbé Henry , “è la più pura gloria valdostana, nato in Valle d’Aosta vi passò tutta la vita, fu Vescovo di Aosta per cinquant’anni “, ha fatto molti miracoli e la sua festa si celebra il 30 dicembre.  Eleggendolo a proprio patrono l’associazione Ij Canteir ha però deciso di festeggiarlo in gennaio, in occasione dell’assemblea annuale.

Il gruppo in costume de Ij Canteir , i rappresentanti del comune e di varie associazioni  hanno preso parte, assieme a numerosi fedeli, alla messa celebrata da Don  Vallero in onore del santo. E’ poi seguita , presso il ristorante Bergagna, l’assemblea dei soci e l’elezione del direttivo, a cui hanno presenziato il sindaco Marco Balagna ed il maresciallo dei Carabinieri Lombardo. Nella sua relazione il presidente, Alfredo Gea, ha elencato le attività svolte soffermandosi in particolare sulle iniziative del museo etnografico, visitato nel 2006 da circa 700 scolari, sulla partecipazione del gruppo in costume  a varie manifestazioni fuori paese e sulla  realizzazione dello sportello linguistico.    

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