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“Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”: mai proverbio fu più azzeccato per descrivere quella che qui negli Emirati è una delle attrazioni che oggi va per la maggiore, lo Ski Dubai. Proprio mentre fuori il sole comincia a ruggire (la temperatura media è di 45 gradi, ma dall’inizio di giugno si toccano punte di 49 e si aspettano i 51 di agosto), dentro al Mall of the Emirates, uno dei più grandi shopping center di Dubai, si fa la coda per rinfrescare le idee ai -1 del più grande snowpark indoor del mondo. “The coolest thing to do in Dubai” recita lo slogan, “La cosa più fredda, più alla moda da fare a Dubai”.

Arrivarci è semplice: basta fermare un taxi ed in qualsiasi punto della città ci si trovi chi guida saprà portarvi a destinazione, il che qui non è proprio cosa scontata. La coda alla cassa non esiste, quindi acquistare lo ski pass ad una delle venti biglietterie è facile, soprattutto perchè sono stati ben istruiti i simpatici filippini dal viso rubicondo ed abbronzato che sorridono ammiccanti dai loro morbidi pile azzurro mare. Stranamente il marketing manager non ha pensato di disegnare la sagoma bianca degli occhiali da sole attorno agli occhi dello staff multietnico, ma tant’è, fatevene una ragione.

E non bisogna preoccuparsi se preparando la valigia a tutto si è pensato tranne che a portarsi la giaccavento: nei 180 dirham (circa 40 euro) di ticket per 2 ore è compresa una caldissima tuta rosso-blu che ricorda i maestri di sci del Sestriere, un paio di scarponi supertecnologici ed i bastoncini che per motivi di sicurezza vengono consegnati appena passata la porta girevole per accedere alla pista. Cappello, sciarpa e guanti si possono acquistare allo Snow Pro, insieme a gadget, orsetti e cartoline di alberi di natale che recitano “saluti dal deserto”.

Il freddo, rigenerante ed ambito da expat (gli europei danarosi che vivono a Dubai) e locals (gli emiratini, ancora più danarosi) introduce frizzante i 22.500 metri quadrati di vera neve (circa 6000 tonnellate, precisa lo staff) pronti a far scivolare fino a 1500 persone su 5 piste adatte a sciatori di ogni livello: dai principianti degli sci ai supercampioni dello snowboard. La slope più difficile, la prima pista nera indoor del mondo, è lunga 400 metri e si snoda sinuosa cavalcando un dislivello di 85 metri. Ovviamente per arrivare in cima non manca la seggiovia.

Come viene prodotta la neve, apprezzata anche da grandi campioni del calibro di  Aksel Lund Svindal? Studiando l’apposito volantino esplicativo (https://www.skidxb.com/English/PDF/howsnowismade.pdf) si può capire che il procedimento è simile a quello usato in montagna: l'acqua raffreddata raggiunge i cannoni, viene bombardata da cristalli di ghiaccio e scende ad innevare le piste. A Ski Dubai nevica di notte, quando i 23 congelatori vengono spinti al massimo della potenza e la temperatura raggiunge i 7-8 gradi sotto zero. Per mantenere la neve compatta e non farla diventare immediatamente un’immensa pozzanghera, è stata creata tra il tetto ed il soffitto dell’impianto e tra le pareti un'intercapedine di cinque metri. Sotto la pista cento chilometri di tubi contenenti una soluzione di acqua e glicole etilenico mantengono la temperatura del sottofondo a meno 16. A quanto pare una volta sciolta la neve serve a raffreddare l'acqua dell'impianto di condizionamento dell’intero centro commerciale.

Procedimenti tecnologici a parte, la neve è compatta, croccante e profuma di montagna, tanto da mettere quell’appetito che ai 45 gradi si è dileguato. Non c’è problema, qui hanno pensato proprio a tutto: se durante la sciata un certo languorino insiste, si può fare tappa all’Avalanche cafè e ristorarsi, se se ne ha il coraggio, con un vin brulè rigorosamente non alcolico (??) o con una cioccolata calda dal profumo inebriante!

E chi non scia? A Dubai lo spettacolo è sempre e comunque garantito: le nonne per esempio, anche qui possono assistere alle prodezze dei nipotini. Spesso sono nonne locali, visto che quelle degli expat rimangono volentieri in Europa, e si godono l’avventura stando fuori dalla pista, dalle immense vetrate del St. Moriz Cafè, mentre, vestite del tipico Abaya nero, quindi completamente coperte, sorseggiano un succo di frutta accanto alle fiamme “digitali” di un classico caminetto svizzero.

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