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Sono ben 12 le lingue meno diffuse in Italia: Albanese, Catalano, Croato, Francese, Franco-provenzale, Friulano, Germanico, Greco, Ladino, Occitano, Sardo, Sloveno. Dialogo e cooperazione possono incrementarne le possibilità di sopravvivenza. Se ne è parlato ieri a Vigo di Fassa dove è stato organizzato, presso il Museo Ladin de Fascia, a cura del Servizio per la promozione delle minoranze linguistiche locali della Provincia autonoma di Trento, l'incontro dal titolo "Il valore della collaborazione – Verso una rete per le minoranze linguistiche".

Il convegno aveva l'obiettivo di promuovere una rete delle minoranze linguistiche che, superando le distanze e le difficoltà comunicative, possa facilitare gli scambi e le occasioni di incontro, e renda le possibilità di relazione più agevoli e proficue. La circolazione delle idee, l’interscambio di esperienze, la cooperazione rappresentano le strategie su cui fondare le relazioni tra comunità di minoranza linguistica per la sopravvivenza delle lingue meno diffuse delle realtà sociali e culturali ad esse collegate. Il futuro delle lingue meno diffuse, questa è l'idea, può trarre vantaggio da una rete di contatti volti a favorire la conoscenza e la diffusione di esperienze positive nei vari settori della vita sociale come la scuola, la cultura, l’informazione, mettendo le basi per un’azione di coordinamento interregionale a favore delle comunità di minoranza linguistica.

Queste tematiche sono state approfondite sotto il profilo antropologico, culturale e politico, con il proposito di mettere in luce i vantaggi e le opportunità che scaturiscono dalla collaborazione, dallo scambio di conoscenze e di esperienze. Particolare attenzione è stata dedicata alla comunicazione, strumento ritenuto indispensabile per sensibilizzare il pubblico, delle minoranze e non solo. Sono state numerose le proposte emerse per potenziare questo settore, anche mettendo in campo le nuove tecnologie. A conclusione si è concordato di dare vita ad una piattaforma fra tutti coloro che vorranno aderire e creare un data base fra le minoranze in modo da far circolare le informazioni e i contatti in maniera capillare.

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