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La cefalea primaria è una patologia che affligge le donne 3 volte più degli uomini (a bassa quota, in generale). Della cefalea collegata alla frequentazione della montagna ha parlato Guido Giardini, neurologo dell’ospedale di Aosta, in occasione del convegno di medicina di montagna, tenutosi al Palamonti di Bergamo lo scorso sabato 27 maggio 2006 (foto).

La cefalea è anche il sintomo cardine per la diagnosi del mal di montagna acuto, che può colpire chi si reca rapidamente in alta quota, anche sulle nostre montagne, sopra i 2500 – 3000 metri, e l’ipossia, cioè la diminuzione dell’ossigeno nell’aria, può scatenare delle crisi emicraniche, in chi già ne soffre.





Cosa si può consigliare a una donna già afflitta da mal di testa a bassa quota che intenda recarsi in montagna?

“Consiglierei una visita specialistica e gli esami del caso per una diagnosi precisa del tipo di cefalea – risponde Guido Giardinied eventualmente uno studio approfondito della coagulazione. Inoltre la avviserei della possibilità che il mal di testa peggiori. In alta montagna è consigliabile non fare uso della pillola estroprogestinica o, se proprio necessario, passare a una pillola solo progestinica o a basso dosaggio di estrogeni: sia la cefalea primaria sia gli estrogeni, sono associati a un aumentato rischio trombotico”.



Federica Campigotto, riportando i dati della letteratura, ha affermato che donne e uomini sono colpiti in ugual misura dal mal di montagna acuto, ma gli edemi periferici (gonfiori agli occhi, alle gambe) sono presenti maggiormente nelle donne. Riguardo al metabolismo le donne utilizzano più lipidi degli uomini come carburante, sia a riposo sia durante esercizio submassimale, in condizioni diverse di stress, compresa l’alta quota, ma consumano relativamente meno calorie degli uomini.



Tra i consigli riservati alle donne prima di soggiornare in alta quota: controllo dell’emocromo e delle riserve di ferro, poiché soffrono di carenza di ferro 10 volte più degli uomini, e controllo della coagulazione, perché la disidratazione che spesso si verifica dopo sforzi intensi in montagna, può aumentare il rischio di trombosi, soprattutto se si fa uso di pillola estroprogestinica.

Oriana Pecchio







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