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Il movimento turistico della montagna cadorina e ampezzana ha retto bene ad un’estate afosa e ad una situazione economica internazionale ancora incerta.

Anzi, il clima torrido ha dirottato molti sulla montagna bellunese, convincendo a salire anche molti amanti delle spiagge dove la temperatura era insopportabile, mentre a Cortina d’Ampezzo nell’ora dell’aperitivo sembrava di essere a Milano Marittima per la folla in Corso Italia e per l’abbigliamento balneare sfoggiato da molti ospiti.

C’è il segno più, infatti, per l’aumento degli arrivi (9,55%) e delle presenze (4,76%) rispetto al 2002 ed i turisti italiani (arrivi +10,80% e presenze +5,32%) hanno sopperito all’incremento contenuto degli stranieri, anche se il soggiorno si è accorciato passando dai 7,5 giorni del 2002 ai 7,2 del 2003 . Nel dettaglio è andata meglio per Cortina e la Val Boite, meno bene per il Centro Cadore, dove l’incremento degli arrivi è stato rilevante ma le presenze in alcuni casi sono state in leggera flessione.

Moderata soddisfazione, pertanto, hanno espresso gli operatori locali per il resoconto del movimento turistico dell’estate 2003 da poco conclusa. Dopo l’avvio incoraggiante di giugno e luglio, il mese di agosto ha contribuito ad evidenziare la ripresa rispetto al 2002 con quasi 200.000 ospiti sull’intero territorio provinciale, mentre va ricordato che la stagione estiva giugno-agosto rappresenta da sola la metà di arrivi e presenze dell’intero anno in provincia. Gli italiani, contrariamente alla realtà dell’intero Veneto, ove i turisti stranieri sono la maggioranza, hanno confermato la loro preferenza per la montagna col 79% degli arrivi ed il 91% delle presenze.

Innegabilmente il tempo costantemente stabile e un caldo tutto sommato accettabile hanno favorito un intensa attività sportiva, escursionistica e alpinistica, con buona soddisfazione per tutti, specie dei gestori dei rifugi in quota che hanno goduto di flussi che da anni non avevano. Di apprezzabile spessore anche il calendario delle manifestazioni e intrattenimenti vari proposti, peccato però che le migliori occasioni si siano svolte nelle medesime date, con inevitabile sotto successo per tutti. Questo è il risultato di una storica mancanza di coordinazione programmatica tra le valli e spesso tra gli stessi paesi confinanti.

Va annotato inoltre il triste spettacolo del lago Centro Cadore quasi completamente riseccato per dare da bere alle assetate pianure venete.

Tutto sommato però l’estate 2003 ha dato nuove energie all’intero comparto, energie che si dovrebbero “ben coltivare” sia per l’estate successiva ma soprattutto per l’imminente stagione invernale.





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