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Charles Houston medico e alpinista è scomparso lo scorso 27 settembre all’età di 96 anni. Nato a New York nel 1913, fin dall’infanzia frequentò le montagne e a soli 12 anni con la famiglia visitò le Alpi. Frequentò la prestigiosa università di Harvard, dove entrò in contatto con altri giovani alpinisti dell’epoca tra i quali Bradford Washburn. Nel 1934 fu sua la prima ascensione del Mount Foreaker in Alaska. Due anni dopo fu invitato a partecipare alla spedizione americana al Nanda Devi con Bill Tilman e il veterano dell’Everest Noel Odell che con quell’ascensione stabilirono un record di altezza. Con Bill Tilman Houston partecipò poi alla spedizione esplorativa all’Everest del 50 e nel 53 fu a capo dello sfortunato tentativo americano al K2, in cui perì Art Gilkey.

Nel 2004 fu invitato a Trento, chiamato a rievocare con il quasi coetaneo Achille Compagnoni, scomparso qualche mese fa, l’epopea di quell’ascensione. Nell’occasione ringraziò Compagnoni per avergli riportato un ombrello lasciato sulle pendici del K2 nel 1953. Houston era stato prodigo di informazioni con Desio e tutta la spedizione.  Al ritorno degli italiani, a Genova nel 1954, lesse una lettera di elogio e complimenti per il successo ottenuto, in cui riconobbe la portata della scalata del K2.  Quest’atto esemplifica l’umanità di Houston, cui la rinuncia alla vetta, l’anno prima, era costata così tanto da indurlo ad abbandonare l’alpinismo attivo.

Nel 2007 Bernadette McDonald ha pubblicato “Brotherhood of the rope – biography of Charles Houston” in cui si delineano le tappe fondamentali della carriera alpinistica di Houston, divenuto un eroe americano, nonostante la sconfitta del K2, per l’etica che ha sempre contraddistinto il suo alpinismo.

Come medico studiò il mal di montagna e fu l’artefice dell’Operazione Everest, ascensione simulata in camera ipobarica alla vetta più alta del mondo con numerosi test e la raccolta di dati preziosi per la comprensione delle reazioni dell’organismo umano all’alta quota. Lo studio fu ripetuto vent’anni più tardi, nel 1985,  Grande divulgatore scientifico, scrisse “Going high” poi aggiornato in  “Going higher”, pietre miliari della letteratura di medicina di montagna.

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