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Arrampica con cuore e passione e non solo con la forza dei muscoli: dopo alcuni anni di gare sulle strutture artificiali, Alessandro Zeni da sei mesi si dedica a tempo pieno all’arrampicata su roccia. «Sono grato al Centro Sportivo Esercito che mi ha dato questa opportunità. – afferma – Le gare alla fine mi stavano strette e c’era troppa confusione. Nel corso degli anni ho capito che mi appassionano di più le montagne. L’arrampicata è una sfida con se stessi e in montagna le sensazioni sono amplificate dall’ambiente. Poi prediligo l’arrampicata su placca, su piccole prese, opposta allo stile delle gare odierne, dove la scalata richiede molta forza fisica su grandi volumi strapiombanti. La capacità tecnica in gara era tipica degli anni Ottanta e oggi non si trova più. Così da sei mesi ho smesso con le gare passando alla Sezione Militare Alta Montagna per dedicarmi maggiormente alle scalate su roccia, falesia e vie lunghe».

Alessandro Zeni

Ventotto anni a giorni, ma l’aspetto di un adolescente, il primo caporal maggiore VSP Alessandro Zeni, è atleta in forza al Centro Sportivo Esercito di Courmayeur dal 2014. Nato a Mezzano, in provincia di Trento, nel 1991, ai piedi delle Pale di San Martino, ha trascorso l’infanzia immerso nella natura, d’estate con i nonni al maso, arrampicando sugli alberi e correndo nei prati. Verso i sedici anni ha scoperto l’arrampicata e con il fratello Gian Luigi e alcuni amici andava a scalare di nascosto dai genitori. «Erano vie brevi, monotiri di una trentina di metri, ma dato che avevo solo sei rinvii, salivo con quelli, saltando le protezioni per arrivare alla fine. – ricorda – Poi qualcuno ha raccontato a papà del nostro modo di arrampicare non proprio in sicurezza consigliandogli di portarci a un corso di arrampicata all’Unione Sportiva di Primiero. Lì ho imparato le tecniche di base per la progressione su roccia e quasi subito ho cominciato a gareggiare su muri artificiali».

Alessandro Zeni sulla via delicatessen

Non dimentica però l’arrampicata su roccia, grazie soprattutto a Riccardo Scarian, 51 anni, guida alpina della Guardia di Finanza, un passato di competizioni, suo mentore. «A 19 anni mi ha portato in Verdon dove mi ha fatto fare da primo una via di 280 metri, “Fête des nerves”, con passaggi fino al 7a+, in cordata con un comune amico, Paolo Loss, una sessantina di anni. Era stata un’esperienza unica che mi aveva procurato un sacco di emozioni. Vedevo le montagne con occhi nuovi e ho iniziato a spaziare su pareti più grandi», afferma Alessandro Zeni. Continua con le gare di arrampicata sportiva fino a piazzarsi al terzo posto nel campionato italiano di boulder nel 2013, viene reclutato dal Centro Sportivo Esercito e ottiene sponsorizzazioni da Grivel per il materiale tecnico da arrampicata, E9 per l’abbigliamento, La Sportiva per le scarpette e Stubai per gli spit.

Oltre a gareggiare non dimentica le montagne e ripete “Solo per vecchi guerrieri”, via di Manolo sulle Vette Feltrine (8c), Silvergeier in Ratikon in Svizzera per passare all’arrampicata tradizionale con “Il mattino dei maghi” (8a), altra via di Manolo sul Totoga. Nel 2017 ripete due vie a Saint Loup in Svizzera, “Bain de sang” e Bimbaluna, rispettivamente 9a e 9a+ e nasce in lui l’idea di concatenare le due parti più difficili. «Bisogna trovare le condizioni perfette di temperatura e umidità e ho accantonato il progetto per il prossimo inverno – spiega – E’ una sfida per cercare il limite fisico. Al momento utilizzo la falesia per alzare il mio livello ma gli obiettivi sono in montagna, sempre con Riccardo Scarian. Siamo di due generazioni diverse, ma la passione è la stessa. Abbiamo la stessa velocità nei sogni e l’arrampicata mantiene giovani, anche di spirito. Riccardo all’inizio mi seguiva dandomi consigli su allenamento e alimentazione, che adesso gestisco da solo».

Nel novembre 2018 sale in libera la via “Energia Cosmica”, da lui chiodata, nella falesia del Bilico (Dolomiti di Primiero), forse la via più difficile da lui salita finora, cui ha assegnato il grado 9a+. Dedica la via all’amico Maurizio Giordano, anche lui in forze alla Sezione Militare Alta Montagna, scomparso lo scorso anno sul Gasherbrum IV. «Veniva spesso ad allenarsi con noi arrampicatori sportivi, una persona solare, un amico e ho sentito molto la sua mancanza», ricorda Alessandro Zeni.
Ai primi di maggio, sempre con l’amico e maestro Riccardo Sky Scarian, ripete “Delicatessen”, una via di sei lunghezze con difficoltà fino all’8b+, sul granito della Punta O’Corbu, al colle di Bavella in Corsica. «Una via simbolo, un sogno fatto di granito, il motivo che mi aveva spinto in questi luoghi che preservano ancora un che di selvaggio», scrive Alessandro Zeni nella descrizione della salita. Pochi giorni dopo la cordata Zeni – Scarian ripete “Mingus”, via di 8a di 300 metri sulla parte centrale del settore Escalés in Verdon.

Alessandro Zeni a Stubai

Non gli pesa la disciplina militare, anzi la disciplina è naturale: «Se un atleta professionista vuole raggiungere certi livelli, “deve” essere disciplinato e seguire i programmi di allenamento. Sono grato all’Esercito perché sono andato di più in montagna e ho ampliato la mia visione. Anche gli sponsor sono positivi per qualunque atleta, perché danno possibilità ulteriori per coltivare le proprie passioni. Con la Grivel c’è un confronto continuo, per esempio mi hanno interpellato sul progetto di un nuovo zaino e richiedono un feedback costante sui loro prodotti. Quello dell’arrampicata su roccia è un mercato nuovo per Grivel che sta migliorando molto nel settore: ci dà i prototipi da testare sul campo, come già faceva un tempo e si può dire abbia sempre fatto. Recentemente siamo stati in Calanques con loro per le foto del nuovo catalogo e anche questo è stato gratificante», conclude Alessandro Zeni, il pensiero già volto alle nuove sfide: la ripetizione di Zahir in Wendenstocke (Svizzera) e l’apertura di nuove vie dal basso a Valnuvola, nel comune di Lamòn, in provincia di Belluno, al confine con il Trentino, con l’inseparabile Riccardo Scarian.

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