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Tre milioni di euro? No, grazie

Né soldi, né impianti Al punto in cui siamo oggi, quello del comune di Chiusa Pesio (in provincia di Cuneo), rischia di dovere essere considerato un gesto eroico: questa località ha infatti recentemente attirato l’attenzione su di sé per aver rifiutato un finanziamento a fondo perduto di 3 milioni di Euro legati alle Olimpiadi 2006.

Il finanziamento avrebbe dovuto permettere la costruzione degli impianti di risalita in una valle che, grazie anche alla presenza del Parco Naturale Valle Pesio, ad un ambiente ed un paesaggio pressoché intatti, ha una valenza turistica non legata allo sci. Il Consiglio Comunale si è pronunciato contro la realizzazione di questi impianti a seguito di una consultazione popolare che ha visto la maggioranza dei cittadini dire “no” ad impianti la cui redditività è – fra le altre cose – tutt’altro che certa. La scelta del comune di Chiusa Pesio stupisce: è in controtendenza. Ma stupisce ancora di più l’atteggiamento dell’amministrazione del Parco della Valle Pesio, che si è invece espressa a favore della realizzazione degli impianti.



Multato l’Alptransit

Alptransit e rumori molesti...Settantamila franchi svizzeri, questa la cifra che Alptransit dovrà sborsare quale risarcimento ad un cittadino di Polmengo (CH)

E’ stata la Commissione federale di stima stabilirlo: il cittadino, proprietario di una casa di Polmengo, avrebbe infatti ha subito una serie di danni economici per colpa di polveri e rumori causati dalla costruzione della linea di base del san Gottardo.

Le zone vicine ad Alptransit sono costrette quotidianamente a vivere con il rumore e con le polveri che il cantiere inevitabilmente produce. La situazione ha superato ogni limite, e come riportato di recente dal quotidiano laRegioneTicino, è stata ritenuta eccessiva anche dalla Commissione federale di stima che ha interpellato tre esperti: il fisico acustico Robert Hofmann, il direttore del laboratorio di chimica atmosferica dell’Istituto Paul Scherrer Urs Baltensperger, e il responsabile dell’ufficio cantonale della protezione dell’aria, Angelo Bernasconi. Le conclusioni dei tre esperti sono chiare: si tratta di emissioni che superano la soglia di sopportabilità, “eccessive e oggettivamente eccezionali le molestie provenienti dal cantiere dell’attacco intermedio di Faido. La loro natura e la lora intensità, come pure la varietà delle loro manifestazioni (polvere, rumore e, in minor musura, vibrazioni), sono straordinarie e incompatibili con le condizioni del luogo, ossia una zona residenziale destinata alle abitazioni primarie”.*



Nuovi parchi in Svizzera: e perché no?

Niente parchi per risparmiareAlla fine del mese scorso il Consiglio federale della Svizzera ha deciso di rinviare la prevista revisione parziale della legge sulla protezione della natura e del paesaggio alla legislatura 2008-2011. Una decisione che non ha mancato di sollevare diverse opposizioni, dal momento che una revisione di questo tipo avrebbe reso possibile l’istituzione di nuovi parchi naturali.

Alla base della decisione del Consiglio ci sarebbero considerazioni di ordine finanziario: la spesa per il sostegno ai parchi verrebbe infatti a costare qualcosa come 10 milioni di franchi svizzeri all’anno. Stando però a quanto sostenuto dall’associazione Pro Natura, la creazione di valore aggiunto regionale derivante dai nuovi parchi compenserebbe di gran lunga gli investimenti necessari. In linea con Pro Natura anche il gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB) che sottolinea come ogni franco investito nelle aree interessate triplicherebbe il valore.

Al momento della procedura di consultazione tutti i cantoni, quasi tutti i partiti e la maggioranza delle associazioni, si sono espressi favorevoli al progetto; forze politiche sono intervenute per riportare la questione in Parlamento all’ordine del giorno. Anche la Cipra svizzera si è mossa e sta coordinando una petizione dei comuni in sostegno del progetto.





Sugli sci, ma prima sull’autobus o sul treno

Auto a casa e sci in spallaCresce – stando ai dati più recenti – il numero di sciatrici e sciatori che in Austria utilizza i treni e gli autobus della neve della società di trasporto pubblico per recarsi sulle piste. I principali impianti sciistici di Montafon e Klostertal o la regione dell’Arlberg, sono infatti raggiungibili con i mezzi pubblici: una strategia che dovrebbe servire da esempio per molte località dell’arco alpino…

E alla luce dei positivi dati raccolti durante quest’ultima stagione sciistica, ha motivato il land austriaco di Verkehrsverbund ad estendere l’offerta fino alla zona della Germania meridionale.

Alcuni dati: a febbraio, ad esempio, il cosiddetto “treno della neve” (che la domenica e i giorni festivi collega direttamente Lindau e Montafon), ha già trasportato più sciatrici e sciatori che in tutta la stagione precedente. Oltre alla possibilità di viaggiare senza problemi di code e traffico, gli sciatori che rinunciano all’auto possono approfittare anche di altri incentivi: possono lasciare l’attrezzatura alla stazione a valle e ritornare a casa in abiti da città; inoltre in molti comprensori sciistici gli sciatori che arrivano in treno ottengono una riduzione del 10% sullo skipass. Ma non è tutto, perché sembra che l’anno prossimo si farà ancora meglio!



*fonte: Ticinonline









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