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Sommario

Impianti per energia eolica sul Brennero, ma il Cai austriaco non ci sta.

L’immondizia viaggia sul passo a 700 camion al giorno: Roma e Vienna si rimboccano le maniche. Piste da sci nello Stelvio? Manca il tempo… ed anche il criterio.

Potenziare i servizi pubblici nelle zone di montagna: Francia e Svizzera sanno cosa fare.

La Cipra Germania: “La difesa preventiva dalle alluvioni deve partire dai boschi…”.



Sull’energia del vento e la deturpazione paesaggistica

pala eolica Dopo il recente blackout che ha coinvolto l’intera penisola italiana, sembra arrivare una pronta risposta dall’Austria. Nella Wipptal, nella regione del Brennero alla frontiera italo-austriaca, le società Tiroler Wasserkraft Ag (Tiwag) e Salzachwind GmbH stanno infatti progettando la costruzione di diversi impianti eolici, ma… C’è un “ma” che arriva proprio dal club alpino austriaco (Öav), che sollecita un immediato blocco della progettazione di questo parco eolico dal momento che dovrebbe sorgere all’interno di un’area ricreativa di protezione della natura. Secondo l’Öav gli impianti eolici, alti 140 metri e collocati sulle cime delle montagne del Brennero, comprometterebbero l’aspetto del paesaggio ai fini di un turismo in armonia con la natura. Tra l’altro, anche il protocollo energia della Convenzione delle Alpi vieta la costruzione di infrastrutture energetiche all’interno di aree protette e in quelle integre dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. Certo, l’energia eolica può soppiantare quella idroelettrica con notevoli vantaggi, però così rischia di compromettere un paesaggio: sarebbe proprio il caso di salvare capra e cavoli…



L’immondizia passa dal Brennero

Brennero affollato... Sono tra i 300 e i 700 i mezzi pesanti carichi di rifiuti che attraversano quotidianamente il Brennero.

Per evitare trasporti illegali di rifiuti, le autorità competenti per i controlli sui rifiuti di Roma e Vienna hanno elaborato misure di controllo basate su criteri unitari. L’accordo raggiunto è stato presentato al pubblico il 18 settembre a Nösslach (A). I controlli concordati verificheranno se i camion trasportano effettivamente quanto dichiarato dai documenti. In caso contrario il carico verrà sequestrato e saranno imposte sanzioni pecuniarie.



Giù le mani dallo Stelvio?

la strada per lo StelvioLa Federazione Internazionale Sci, la Regione Lombardia e il comitato organizzatore dei campionati del mondo del sci 2005 sono in disaccordo con Legambiente, WWF e CIPRA – Italia sul fronte dell’alta Valtellina. La mela della discordia è rappresentata dai progetti per gli impianti di Santa Caterina Valfurva, nel parco nazionale dello Stelvio che dovrebbe essere sede delle gare femminili. Condizionale d’obbligo, perché i lavori sono in grave ritardo ed è possibile che il circo rosa si sposti a Bormio, ossia fuori dal parco nazionale dello Stelvio. Il caos, ad ogni modo, comincia la scorsa primavera: l’ente gestore del parco, nonostante le contestazioni ambientaliste, autorizzò il primo disboscamento per realizzare una pista. In estate sono poi stati presentati i progetti per gli impianti di risalita, che minacciano una torbiera. A questo punto anche il parco ha negato la propria autorizzazione, scatenando la violenta reazione della Regione Lombardia che ne ha chiesto il commissariamento. Federazione Internazionale Sci, la Regione Lombardia e il comitato organizzatore rifiutano di aprire un tavolo per discutere progetti ad elevato impatto ambientale ed economico-sociale come quello in questione. Per di più i progetti riguardano anche territori fino ad oggi integri, come nel caso della Valle dell’Alpe, una valle d’alta quota con singolari formazioni geologiche abitata da una notevole popolazione di pernici bianche.



Il ritorno dei servizi pubblici in montagna

I servizi pubblici nelle regioni di montagna, si sa, colano da tempo a picco. Ora però si sta levando una voce (grossa) che parte da Francia e Svizzera, dove le lobbies della montagna si stanno impegnando per riportare a galla la situazione. A tal proposito, coi primi di settembre, il governo francese ha approvato un pacchetto di misure che hanno l’obiettivo di rilanciare la crescita nelle regioni rurali. A questo si aggiunge lo studio condotto dalla Datar (Délégation à l’aménagement du territoire et à l’action régionale), che dimostra chiaramente come le regioni rurali non siano più area di emigrazione e quindi aventi diritto ad una rete di servizi pubblici più ampia. Per la prima volta da 100 anni – recitano i dati – si può riscontrare un aumento della popolazione in queste zone.

In concreto il governo francese ha adottato alcune misure: sviluppo dell’offerta di servizi, internet e telefonia mobile; aiuti all’insediamento in aree rurali, sviluppo dell’offerta di edilizia residenziale privata in affitto a prezzi contenuti, etc.

Intanto in Svizzera il gruppo per le regioni di montagna (Sab) e l’Associazione dei comuni hanno pubblicato uno studio che fornisce raccomandazioni di intervento per la conservazione di servizi pubblici efficaci nelle aree periferiche. Negli ultimi cinque anni in queste regioni sono stati cancellati 20.000 posti di lavoro. I servizi pubblici devono quindi – stando a quanto sostenuto – essere definiti politicamente, con il contributo diretto di ciascun livello amministrativo, dal comune alla Confederazione.



dai boschi la risposta alle alluvioniMeno alluvioni coi boschi

La difesa preventiva dalle alluvioni deve iniziare dal bosco di montagna: in una presa di posizione relativa al disegno di legge sulla difesa preventiva dalle alluvioni presentata dal Ministero federale per l’ambiente, la rappresentanza tedesca della Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi Cipra ha chiesto di considerare con attenzione la capacità di immagazzinare acqua del bosco di montagna. I boschi di montagna svolgono un’importante funzione per una difesa preventiva dalle alluvioni: le precipitazioni nelle regioni di montagna sono decisamente più intense rispetto alla pianura e i boschi naturali possono far evaporare molta acqua dalla superficie delle loro foglie, oppure farla filtrare e immagazzinarla nel terreno, per poi rilasciarla lentamente. Dal momento che i boschi di montagna danno un contributo determinante per attenuare le punte di piena, la Cipra ritiene che la definizione di una gestione naturale del bosco di montagna debba essere parte integrante di una difesa preventiva dalle alluvioni.







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