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Dal 13 al 16 aprile la diciannovesima edizione del Piolets d’or. Come ormai da tre anni si svolgerà ai piedi del Monte Bianco, tra Courmayeur e Chamonix, dove si riuniranno i maggiori esponenti dell’alpinismo contemporaneo, per celebrare un alpinismo etico, che mette al primo posto lo stile, il rispetto degli altri e la solidarietà.

Vincitore del Piolet d’or alla carriera non a caso è il settantenne inglese Doug Scott, uno dei più brillanti interpreti dello stile alpino in alta quota e dell’alpinismo esplorativo del secolo scorso. Riceverà la piccozza d’oro a Courmayeur il 16 aprile. Doug Scott è stato uno dei pionieri dello “stile leggero” in Himalaya. Come ha scritto in “Himalayan climber”: «Il vero alpinismo inizia solo là dove l’alpinista rinuncia alla sicurezza delle corde fisse». Ha realizzato 45 spedizioni su alcune tra le più alte cime del mondo spesso realizzando nuovi itinerari o prime ascensioni in stile alpino. Ad eccezione dell’ascensione dell’Everest del 1975, portata a termine con Dougal Haston lungo una nuova via sul versante sud – ovest, non ha mai fatto uso di ossigeno. Scott divenne famoso dopo la prima ascensione dell’Ogre (7.285 m) nel Karakorum assieme a Chris Bonington. In una caduta in discesa si fratturò entrambe le gambe e impiegò diversi giorni per raggiungere il campo base, letteralmente strisciando sulle ginocchia, esempio di tenacia, forza d’animo e resistenza al dolore. Ha scalato le più alte cime dei 7 continenti e per questo ha ricevuto del 1999 la medaglia d’Oro della Royal Geographic Society, uno dei massimi riconoscimenti britannici. Nel 2000, primo straniero con Greg Child, ha condotto una spedizione esplorativa nella parte più orientale dell’Himalaya indiano, scalando il Targo Ri di 6572 m al confine con il Tibet. Tra il 1999 e il 2001 è stato presidente del British Alpine Club. Nel 2009 è stato presidente della giuria del Piolet d’Or. Vegetariano convinto, oggi vive con la moglie nel Lake District dove gestisce la sua fondazione “Community Action Nepal”, impegnata nel miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni montane del Nepal.

Come precisano gli organizzatori l’intento dei Piolets d’Or non è competitivo, ma piuttosto volto a valorizzare un alpinismo etico e a dare visibilità ai protagonisti delle ascensioni ritenute più rappresentative e rispettose dei valori promossi attraverso la “Carta Etica”. Il 2010 è stato caratterizzato dall’esplorazione di numerosi massicci sconosciuti e alpinisti di nazionalità diverse hanno realizzato più di cinquanta prime ascensioni in tutto il mondo, dall’Antartico alla Groenlandia e all’Alaska fino a sconosciute cime asiatiche.

La giuria internazionale, composta da quattro alpinisti e due giornalisti, per il 2011 sarà presieduta dallo statunitense Greg Child, autore di prime ascensioni sulle grandi pareti dello Yosemite, compagno di cordata di Doug Scott sullo spigolo est dello Shivling, protagonista di altre ascensioni memorabili, quali lo spigolo nord-ovest del Gasherbrum IV, lo spigolo nord del K2 e “Wall of Shadow” sul North Buttress del Monte Hunter. Ha narrato le sue scalate ed i suoi viaggi in numerosi libri dimostrando anche talento di scrittore. Gli altri giurati saranno lo svizzero Simon Anthamatten, giovane talento premiato con il Piolet nel 2008; il francese Yannick Graziani, detentore di una serie impressionante di buoni risultati in Himalaya, nominato in passato per il Piolet; il biellese Enrico Rosso, guida alpina e alpinista, impegnatosi in scalate tecniche in stile alpino quando ancora non era “una pratica nella norma”; il nipponico Hiroshi Hagiwara, caporedattore della rivista “Rock & Snow”, già in giuria per i Piolets d’Or Asia a Seoul, in Corea, e infine il tedesco Michael Pause, giornalista e regista di oltre 150 documentari, dal 2003 direttore del Festival del Film di montagna di Tegernsee.

Particolare curioso tra gli sponsor della manifestazione non figura quest’anno la Grivel, da molti anni fornitrice della Piccozza d’oro. «Grivel non c’è semplicemente perché non è stata invitata – afferma Gioachino Gobbi, presidente di Grivel srl – Chiunque abbia una versione diversa è pregato di documentarla».

Foto: archivio Hervè Barmasse

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