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Aprica potrebbe essere ancora una volta decisiva per le sorti del Giro d’Italia. La località al comando in Valtellina per arrivi di tappa – ben otto dal 1962 al 2010 – si appresta a vivere la fase conclusiva di una delle frazioni più lunghe e massacranti della Corsa Rosa 2011, la 17ª da Feltre a Tirano di 230 km., quasi come se il traguardo fosse posto ai 1181 metri del colle piuttosto che una quindicina di km. dopo, ai 434 metri di Tirano.

Accadrà il 25 maggio, stranamente di mercoledì, come qui non si era abituati. Capita infatti che il Giro 2011 parta e termini (se si eccettua la passerella finale di Milano) in Piemonte, per le ben note celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia.
Ma non importa; l’entusiasmo degli appassionati è ugualmente alle stelle e si prevede che la località di passo sarà invasa da tanti tifosi. Del resto Aprica, se si rimane agli ultimi 20 anni, è probabilmente la località che in Italia ha dato di più al Giro (e che dal Giro più ha avuto): non solo per numero di arrivi, ma per imprese dei protagonisti, record d’ascolti in tv, emozioni elargite.

Ricordiamo l’edizione 2006, con Ivan Basso che proprio a pochi km. da Aprica allunga poderosamente su uno stranito Simoni e giunge trionfalmente al traguardo in maglia rosa mostrando la foto del figlioletto neonato: la corsa (perlomeno di quel giorno) non è forse segnata dalla salita finale verso Aprica?

E che dire dell’arrivo 2010, dove lo stesso Basso compie “la sua più straordinaria performance” non sul decorativo ma noioso Gavia imbiancato, e nemmeno tanto sul Mortirolo, bensì sull’inedita salita Edolo-Santicolo e nel tratto successivo fino all’Aprica. Nei 15 chilometri finali, Ivan Basso vince letteralmente il Giro 2010, ricacciando indietro di minuti e minuti lo spagnolo Arroyo, che sveste la maglia rosa: la corsa (il Giro) non è forse segnato dalla salita finale verso Aprica? Certo che sì! Un po’ come Pantani nel 1994, che aveva surclassato un altro iberico, Miguelon Indurain, proprio negli ultimi km. della Merano-Aprica.

Ecco quindi dimostrato che la salita dell’Aprica (dal versante bresciano o non) possiede – vuoi per virtù proprie, vuoi perché traguardo o prossima al traguardo di tappa – tutte le caratteristiche per essere decisiva. Con buona pace del Gavia, dello Stelvio e di altri passi, magari pittoreschi, ma per nulla decisivi delle sorti del Giro d’Italia in tempi moderni.

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