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Cornizzolo Cup, giorno due, 18 luglio. Il fronte sta arrivando… Oggi, Damiano Zanocco, il nostro responsabile meteo, che in assoluto è la persona dalla quale, più di tutti, dipendono le scelte, ha sentenziato che c’era una forte possibilità di soprasviluppo. Erano le 9,30 e una nuvolaglia con base bassa, occultava la cima del vicino monte Rai. Il fronte stava già flagellando le montagne del cuneese, ma sembrava ancora lontano. Consultandoci tra noi, convenivamo tutti che con un cielo del genere non era il caso di andare a volare, così, puntualmente a mezzogiorno il cielo si era aperto mostrando alcuni deboli cumuli e ampi squarci d’azzurro.



Lo sapevamo… infatti, dopo aver convenuto che non era il caso di fare una manche, c’eravamo anche subito detti che questo posto è così matto che non era escluso divenisse volabile, come poi è stato. Alle 12, Damiano, guardando il cielo era un po’ deluso per la scelta troppo cautelativa, ma era inutile recriminare, muovere le 160 persone impegnate per la gara non è un affare da poco e pensare di poter essere pronti al decollo a mezzogiorno è un po’ come pensare di riuscire a sgomberare un teatro in qualche minuto… forse sulla carta… ma nella pratica, è molto dura.



Però, riuscire a sgomberare 130 vele dal cielo è anche più complesso… e la scelta si rivelava giusta. Alle 13 il fronte era a ridosso del Lago Maggiore, a circa 70 km da noi, ma transitava alto, mentre quello sul cuneese avanzava a 60 km/h e puntava direttamente su di noi. Per le 3 ci è sopra, avevamo pronosticato. Benedetta tecnologia, il 24 luglio 1988 non c’era alcuna possibilità di vedere la situazione sul radar meteo e quello che è successo lo ricordano ancora tutti qui nella zona, volatori e non. Oggi, invece, con un click è possibile stabilire con certezza cosa sia meglio fare.



In realtà eravamo stati un po’ ottimisti con le previsioni, alle 14,30 il nembo era sopra di noi, e le raffiche spazzavano già il prato, quindici minuti dopo pioveva a goccioloni che non bagnavano in terra. Alle tre si stava già spegnendo tutto.

Eravamo un po’ delusi, visto che non si poteva volare, che almeno piovesse e rinfrescasse un po’ l’aria e invece… caldo come prima e afa più di prima.



Nel frattempo… mentre Damiano studiava l’evoluzione del meteo del posto, qualcuno pensava bene di andare a rinfrescarsi. Oliver Rossel sceglieva come sua piscina personale il lago del Segrino, che, anche se non è limpido, è perfettamente balneabile. Invece, una squadra di temerari dell’organizzazione si recava sul lago di Como, ma non per fare il bagno, bensì per predisporre la piattaforma galleggiante per l’acro show. Il bagno lo hanno poi fatto comunque… ma di sudore.



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