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La riserva idrica dell’intera pianura padana è rappresentata dai ghiacciai alpini e la Valle d’Aosta, che ha la maggior superficie glaciale del territorio italiano, è uno degli elementi chiave del sistema. Non a caso quindi, studiosi di tutto l’arco alpino si sono riuniti il 3 ottobre scorso a Saint-Vincent per un seminario sulla “Risorsa idrica nivo-glaciale nel bacino del fiume Po”, su invito della Regione e dell’ARPA della Valle d’Aosta, in collaborazione con l’Autorità di Bacino del Po.

I rapidi mutamenti climatici che si sono prodotti nell’ultimo secolo e ancor più nell’ultimo decennio, con periodi di siccità e devastanti fenomeni alluvionali, pongono il problema della gestione delle risorse idriche. Uno degli aspetti più importanti è la stima della quantità d’acqua immagazzinata sotto forma di neve o ghiaccio e la sua disponibilità nel corso dell’anno, in base ai cicli di accumulo e fusione. Questa stima non è affatto facile: si basa sull’elaborazione di dati raccolti sia manualmente, sia tramite satelliti, con costi e precisione variabili. La giornata di studio è stata un momento di confronto tra vari enti operanti nell’arco alpino, sui sistemi di monitoraggio e sull’applicazione di modelli di fusione nivo-glaciale per il calcolo dell’equivalente in acqua della neve. 

I tecnici dell’ARPA della Valle d’Aosta utilizzano numerosi metodi di monitoraggio per valutazioni di vario tipo. Facilmente comprensibile l’utilizzo dello studio presentato da Edoardo Cremonese, dell’ARPA Valle d’Aosta, sul bacino del ghiacciaio di Tsa de Tsan, in Valpelline, che alimenta il lago artificiale di Place Moulin e la centrale elettrica sottostante. Proprio la riduzione dell’apporto idrico nel corso dell’anno e la diversa distribuzione della portata dei torrenti hanno indotto la Compagnia Valdostana delle Acque a commissionare questo studio che, partendo da misurazioni manuali a campione e utilizzando dati telerilevati e modelli digitali del terreno, ha portato ad una stima abbastanza precisa della risorsa idrica disponibile nel manto nevoso.

Nel corso del seminario sono state illustrate nuove tecnologie: dalle immagini stereoscopiche fornite dal satellite Ikonos, con capacità di risoluzione fino a un metro, alle scansioni Laser utilizzate sul ghiacciaio Pré de Bar, all’uso di modelli matematici diversi per l’elaborazione dei dati ed è stato presentato il progetto europeo AWARE (valutazione della risorsa idrica in ambiente alpino), che ha come partner oltre all’Italia, Svizzera, Austria e Slovenia.
Nel sito internet di ARPA Valle d’Aosta sono disponibili le presentazioni del workshop

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