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“La Protezione Civile e il Vajont. Prevenzione, soccorso, memoria” questo è il titolo della tre giorni di Longarone che si aprirà venerdì 13 settembre con il convegno sul tema della “Pericolosità idraulica a valle delle dighe” e si chiuderà domenica 15 con il “Raduno dei soccorritori” del disastro del 9 ottobre 1963, quando la frana del monte Toc si staccò precipitando nel bacino artificiale sottostante causando la morte di 1.910 persone.

Sarà una tre giorni ricca di eventi che vedrà la Protezione Civile in prima linea per creare momenti importanti di discussione sulla prevenzione e di confronto sulla terribile catastrofe del Vajont.

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Il primo convegno, in programma venerdì 13, avrà come tema la “Pericolosità idraulica a valle delle dighe” ed è organizzato dalla Fondazione Vajont con la Regione Veneto e il Dipartimento della Protezione Civile, in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Trento e Bolzano.

Nella stessa giornata si svolgerà il IV Meeting del volontariato del Veneto: un momento di confronto tra i referenti dei distretti di protezione civile regionali e i rappresentanti del Dipartimento e della Regione.

Sabato 14 sarà la giornata dell’esercitazione nazionale sul rischio sismico “Nord-Est 2013”.  Organizzata dal Dipartimento d’intesa con le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con le Province Autonome di Trento e Bolzano, ha l’obiettivo di mettere alla prova la capacità di risposta in emergenza delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile, a livello centrale e periferico.

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Infine domenica 15 settembre è previsto l’evento commemorativo del disastro del 9 ottobre 1963. La cerimonia – organizzata dai Comuni di Longarone, Castellavazzo, Erto e Casso e Vajont, e la Fondazione Vajont – vuole essere un omaggio alla solidarietà di quanti si mobilitarono per prestare soccorso ai superstiti e ai sopravvissuti. Al centro dell’evento, il passaggio simbolico di un testimone tra i soccorritori di allora e i volontari di protezione civile.

«La diffusione di una vera cultura della protezione civile è per il Veneto una priorità – ha dichiarato Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto – al punto che da due anni organizziamo anche dei Campi Scuola per ragazzi da 10 a 17 anni. Conoscere il proprio territorio e i rischi che può presentare e sapere cosa fare e a chi rivolgersi in caso di necessità è il primo passo perché la popolazione diventi il primo baluardo per fronteggiare le emergenze. Credo che in questo il Veneto sia all’avanguardia, grazie soprattutto al prezioso apporto di migliaia di volontari, che sottraggono tempo alla famiglia e al riposo per accorrere in aiuto di chi ha bisogno e che tanti encomi hanno ricevuto in ogni parte d’Italia dove sono stati chiamati a operare. L’evento di Longarone simboleggia un po’ tutto questo: un Veneto solidale e attento alla difesa del proprio territorio e della propria popolazione, che fa del suo sistema di protezione civile un vanto e un esempio nazionale. In questo caso ricordiamo le vittime di una tragedia immane, che lasciò l’Italia intera sgomenta e che forse oggi, anche grazie alla nascita e alla diffusione della cultura di protezione civile, non sarebbe accaduta o avrebbe avuto un bilancio meno tragico”.

«Questi tre giorni – ha detto Roberto Padrin, sindaco di Longarone – sono un atto di gratitudine nei confronti di tutte quelle persone che hanno aiutato, 50 anni fa, la nostra comunità. Un’infinita riconoscenza per aver recuperato i corpi dilaniati in mezzo alle macerie, e per aver dato aiuto e conforto ai superstiti e ai sopravvissuti». «Inoltre c’è la soddisfazione – ha continuato il sindaco – per aver organizzato un evento unico nel suo genere che fornirà strumenti concreti nell’ambito della prevenzione e nei modi d’intervento in situazioni di criticità sismiche e di altre calamità naturali. E’ un passaggio di testimone dal modo di operare di 50 anni fa, alle metodologie d’intervento moderne: non è da dimenticare che di fatto l’idea di Protezione Civile è nata proprio con il disastro del Vajont. Con queste iniziative vogliamo dare visibilità a un sistema che quotidianamente è attivo e garantisce il pronto intervento in caso di calamità naturali che sempre più spesso funestano il nostro Paese».

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«Grazie alla sensibilità degli Amministratori locali, l’anniversario della tragedia del Vajont si è trasformato in una occasione per parlare in modo globale di rischi: da quelli idrogeologici a quelli ambientali per terminare con l’esercitazione sul rischio sismico», ha sottolineato il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli. «Questo è il modo migliore per preparare i nostri concittadini ad affrontare eventuali emergenze: formarli, informarli e renderli consapevoli dei rischi, tutti, che insistono sui loro territori. La conoscenza, mancata cinquant’anni fa, è lo strumento imprescindibile per creare comunità resilienti, e credo sia la strada scelta da questi Comuni per far fruttare al meglio possibile la memoria di quell’evento così disastroso».

«La manifestazione – ha concluso il sindaco Padrin – sarà anche l’occasione per fare incontrare i soccorritori intervenuti nel 1963 e i superstiti del 9 ottobre. Nei giorni della tragedia hanno partecipato alle operazioni di soccorso circa 10.000 persone, in questi anni siamo riusciti a recuperare circa mille nominavi ai quali abbiamo spedito l’invito per essere con noi a Longarone durante questo lungo fine settimana di eventi. La nostra speranza è che anche altri soccorritori possano raggiungerci».

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