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La storia dell’alpinismo, che il libro racconta attraverso una cavalcata di uomini, vette e pareti dal primo al dodicesimo grado, è una delle vicende più recenti e affascinanti dell’avventura umana.

Come dice la parola stessa l’alpinismo è nato e cresciuto sulle Alpi, dove si sono sperimentati per due secoli i materiali, le visioni e le tecniche della scalata. Le Alpi sono state il laboratorio mondiale della vertigine, il posto in cui crescevano i maestri e maturavano le idee poi esportate in Himalaya e sulle grandi montagne del pianeta.

Nessun’altra catena montuosa ha prodotto tale ricchezza di talenti, progetti, realizzazioni, e non solo perché tutto è cominciato sul Monte Bianco nel 1786, o più precisamente sul Colle del Lys otto anni prima, ma soprattutto perché le Alpi sono diventate un crocevia internazionale di scuole e stili a confronto, generando una successione straordinaria di sogni, tentativi e conquiste.

Dall’esplorazione dei pionieri britannici all’idealismo tedesco e italiano della prima metà del Novecento, mitigato e poi superato dall’arrampicata francese del secondo dopoguerra, tutto è stato inventato, imitato o negato sulle creste e sulle pareti delle Alpi, attraverso un instancabile processo di ricerca che non può ancora dirsi esaurito.

La lunga storia inizia con il protoalpinismo di Francesco Petrarca sul Mont Ventoux e si conclude con gli incredibili exploit dell’alpinismo sportivo contemporaneo, in un crescendo di sfide che – da oltre duecento anni – si nutrono di un unico sentimento: la passione.

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