Select Page

L’Italia cinematografica si è presentata al concorso internazionale del filmfestival di Locarno 2006 con “Mare Nero”, film noir diretto da Roberta Torre, la regista nota per il musical ‘mafioso’ “Tano da morire”.

Sicuramente noir per quel che riguarda le tinte (fotografia molto contrastata, colori scuri, bianco e nero e qualche sprazzo di rosso), ma affatto noir per quel che riguarda la storia che, di fatto, è inesistente. O se c’è, passa inosservata. Vale a dire: non c’è un plot noir, non c’è conflitto, non ci sono buoni o cattivi, belli o brutti…



Questi ottantadue minuti di pellicola non convincono. La critica per una volta è tutta d’accordo: “il peggior film del festival” è stato sottotitolo ad un articolo apparso su uno dei maggiori quotidiani ticinesi. L’impressione è che “Mare Nero” altro non sia che un esercizio di stile -fine a se stesso. Una camera sterile assolutamente priva di un solo, anche piccolo, ma eccitante batterio.



Estrapolare cento fotogrammi da questo film e organizzarli in una mostra fotografica sarebbe stata una più che valida alternativa al film. La fotografia di questo film è molto bella; le inquadrature sono molto belle; la regia è molto bella. Pregi stilistici e nient’altro.



Delude la storia: giovane ispettore di polizia (Luigi Lo Cascio – più che in crisi, mentalmente disturbato), che da poco convive con la compagna – interpretata da Anna Mouglalis, con cui ha un rapporto dapprima normale e poi psicotico; l’ispettore indaga sulla morte misteriosa (un omicidio a testate sul muro) di una studentessa universitaria. Inizia il viaggio dell’ispettore ‘Lo Cascio’ nel mondo degli scambisti e delle perversioni, in cui cerca di coinvolgere la compagna (o in cui crede che la sua compagna sia coinvolta). Ma niente di che ed anzi, forse la parte più ‘esaltante’ di questo lavoro della Torre è il rapporto in progressivo deterioramento di questa giovane coppia che poco ha da dirsi e da darsi.



La storia in sé rimane a galla, in superficie, senza tentare la minima apnea, mai. E quando si ha l’impressione che tutto sia pronto per il decollo, fine del film, con un corollario d’immagini che in parte richiama la confusione iniziale del film ed in parte suona come una serie di note riverberate, di riempimento e neppure con l’azzardo di risultare vagamente dissonanti. A propostito di note, colonna sonora accattivante, jazz giapponese.

Film deludente e, cosa peggiore, noioso.



Foto: Luigi Lo Cascio acteur du film « MARE NERO »

© FOTOFESTIVAL/ABRAM




Share This