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Non arrivano buone news dal Tor des Géants® per Franco Collé. Il gressonaro DOC, in cerca del triplete, ha dato forfait al Rifugio Dondena, a causa di un problema agli occhi che lo aveva già messo in difficoltà a Cogne, dove era rimasto in base vita per tre ore: ricevuto l’ok dei medici è ripartito, dopo aver perso la prima posizione, salvo poi decidere di abbandonare il suo sogno.

Al momento, a guidare la classifica (segui la gara live)  c’è Oliviero Bosatelli, che a Donnas ha attuato il sorpasso ai danni del leader della corsa, Romain Olivier, rimasto fermo un’ora per farsi massaggiare ma molto consapevole delle difficoltà che lo attenderanno. Il “Bosa” è transitato da Sassa alle 15.03, ma solo 4 minuti dopo di lui è arrivato Olivier, che ha quindi rosicchiato circa un quarto d’ora all’italiano. Terzo, a 30’ di ritardo da Bosatelli, Galen Reynolds, che cercherà, nell’ultima metà di gara, di migliorare il secondo posto dell’anno scorso.

Foto: Tor des Geants 2019: Oliviero Bosatelli in azione a Sassa – credits Nadir Balma

La classifica femminile vive momenti di particolare tranquillità, se mai si può usare questo termine per parlare del TOR. A condurre saldamente c’è sempre la vincitrice dell’anno scorso, Silvia Trigueros Garrote, che è entrata nella base vita di Donnas alle 16.23. La spagnola a Champorcher aveva circa 1h30 di vantaggio sulla più diretta inseguitrice, Jocelyne Pauly, che a sua volta ha quasi un’ora su Sonia Furtado.
Nel pomeriggio la gara ha perso altri due protagonisti annunciati: la svizzera Denise Zimmermann, vincitrice nel 2015, e Simon Gfeller, entrambi out dopo Cogne. Fuori anche il più anziano della compagnia, il 73enne Joaquim Sampaio. Sale quindi a quasi 140 il numero dei ritirati.

La notte al Tor è stata oltremodo dura per gli atleti, che hanno dovuto affrontare gelo e neve sui colli. E infatti si sono verificati ritiri eccellenti e cambiamenti di classifica, che hanno caratterizzato le prime 24 ore di corsa.

Al risveglio al comando, a Cogne, c’era il francese Romain Olivier, entrato nella base vita alle 4.40 ed uscito alle 5.15. Dietro di lui due dei principali indiziati alla vittoria finale: Galen Reynolds, canadese, ed Oliviero Bosatelli, re nel 2016, ripartiti rispettivamente alle 5.35 ed alle 5.42. Una classifica radicalmente rivoluzionata rispetto alla serata di ieri, quando in testa alla classifica c’erano Franco Collé e Peter Kienzl. Il valdostano, come detto, a Cogne è rimasto fermo quasi tre ore, ripartendo in nona posizione. È andata peggio all’altoatesino, ritiratosi a Eaux Rousses per gli strascichi di un infortunio ad una caviglia patito durante un allenamento la scorsa settimana.
Tra le donne, a sfruttare l’esperienza maturata l’anno scorso – culminata con la vittoria finale – sempre Silvia Trigueros Garrote, che viaggia a passo spedito in dodicesima posizione assoluta. Staccata di un’ora c’era Jocelyne Pauly e, ancora più indietro, Sonia Furtado.
Ritiri eccellenti, si diceva. Oltre a Kienzl, hanno dato forfait anche Stefano Ruzza, che viaggiava in buona posizione, e Lisa Borzani, ko per un problema al ginocchio.

 

Tor des Glaciers: Papi prende il largo
Non è facile seguire gli Argonauti, come sono stati ribattezzati gli eroi del Tor des Glaciers. Perché gli 84 concorrenti (sui 98 partiti) rimasti in gara sono ormai piuttosto diluiti lungo i 450 km del percorso e perché i valloni che attraversano e i passi che scavalcano sono davvero alla portata di pochi e ben preparati avventurosi e assolutamente proibiti alle persone che hanno scarsa attitudine all’alta montagna. Anche perché la notte scorsa si sono sfiorati i meno 15 gradi sul Col Loson, a 3300 metri di quota, stando alle testimonianze di un giovane concorrente francese che, proprio per questo, ha incontrato qualche difficoltà.
Ci si deve affidare allora alle indicazioni provenienti dai Gps, che punteggiano la mappa dell’intera Valle d’Aosta e si spostano in avanti a ogni collegamento satellitare, vale a dire ogni dieci minuti. Da questi segnali rilevati alle ore 16si evidenzia che le posizioni di testa sono rimaste immutate: Luca Papi, Masahiro Ono e Luca Guerini guidano la pattuglia degli avventurosi, seguiti dallo spagnolo Javier Puit, che aveva condotto in testa la prima parte della gara. Unica nota da sottolineare è che Luca Papi, l’italiano residente in Francia, ha allungato sui suoi diretti inseguitori e si avvia a lasciarsi alle spalle già 260 chilometri di sentieri. Gliene restano, insomma, 190, che non è certo poco, ma comunque la via del ritorno verso Courmayeur è intrapresa e questo fa un po’ da incentivo psicologico.
Immutata anche la classifica femminile: Marina Plavan precede la sudafricana Anouk Baars e la costaricana Ligia Madrigal. A ruota, si fa per dire, Ita Emanuela Marzotto.
Se la velocità rimane questa l’arrivo maschile di questa affascinante e durissima gara potrebbe essere previsto nelle prime ore di mercoledì. Magari in concomitanza con i primi arrivi del Tor des Géants®. Ma bisogna sempre valutare quanto sia alta la soglia della stanchezza dei concorrenti e “i comportamenti” del meteo. Una nuova notte in alta quota è alle porte.

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