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La giornata in Alta Pusteria si è aperta sotto un cielo blu saturo. L'aria: pulita e frizzante, in perfetto stile alpino. In breve, a partire dalle ore 11.30, con la partenza della gara femminile valevole per il campionato mondiale di mountain bike, specialità marathon, l'atmosfera si è fatta incandescente. Alle ore 12.00 sono entrati in pista anche gli uomini, avviando i loro pedali lungo i 120 km del percorso.

Noi – giornalisti, fotografi, tifosi, assistenti – abbiamo cominciato un estenuante inseguimento, a bordo di auto, moto e bus, attraversando i valichi, le praterie, i masi e i caratteristici villaggi della Val Pusteria. Che spettacolo! Queste montagne sembrano dipinte: qui, in Alto Adige, al confine con l'Austria, le terre alte riportano alla mente scorci di fiabe: non a caso l'area è frequentata da famiglie e squadre di bambini.

Ma torniamo alla gara, che, resa ancor più affascinante dal paesaggio ospite, ha visto competere i nomi più importanti della disciplina: una sfida all'ultimo respiro, senza tregua, senza sosta, perchè in palio c'era il titolo iridato.

Coma da pronostico, in campo femminile la medaglia d'oro è andata alla fortissima Gunn Rita Dahle, from Norway. Un dominio pressocchè continuo, dall'inizio fino all'89mo chilometro, con tentativi di resistenza messi in campo solo dalla tedesca Sabine Spitz, 2a al termine, e dalla finlandese Pia Sundstedt, cui è andato il bronzo mondiale.

Tra gli uomini, lungo i 120 km di sterrato alpino, il risultato è rimasto incerto a lungo. A pochi km dal traguardo di Villabassa per la medaglia d'oro erano rimasti in lizza solo Roel Paulissen e Cristoph Sauser. E proprio sul rettilineo finale, a poche decine di metri dal termine, è accaduto l'impensabile: l'elvetico Sauser ha chiuso il belga Paulissen ed entrambi sono caduti rovinosamente a terra. Lo svizzero, stordito e scosso, si è rialzato per primo è ha tagliato sanguinante il traguardo; l'avversario è arrivato pochi secondi dopo, tenendo, tra le mani, quel che rimaneva della sua bicicletta.

Purtroppo la classifica finale è stata solo una questione d'ufficio, con i giudici di gara Uci che hanno assegnato il titolo mondiale a Roel Paulissen. Secondo uno sconsolato Cristoph Sauser. A completare il podio – l'unico atleta sorridente di questo roccambolesco finale – il rossocrociato Urs Huber.

Per quanto concerne i portacolori azzurri: il migliore tra i maschi è stato Johnny Cattaneo, ottavo; tra le donne ottimo sesto posto di Elena Gaddoni. Gilberti Simoni, due volte vincitore del Giro d'Italia, è entrato in crisi durante la gara e ha raccolto solo la 12a piazza finale.

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