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Il Castello d’Issogne, da semplice torre vescovile, fu trasformato in vero e proprio castello da Ibleto di Challant e nell’edificio attuale da Giorgio di Challant, divenuto signore di Issogne nel 1494.

Il fabbricato contorna da tre lati il cortile, che ha al centro una fontana ottagonale in pietra. L’acqua sgorga dai rami di un melograno in ferro battuto, simbolo di continuità della famiglia. Le lunette del portico d’ingresso sono affrescate con scene di vita popolare; la sala di giustizia al piano terreno reca, tra gli altri, un grande affresco trompe-l’oeil, attribuito al maestro di Wuillermine, raffigurante luoghi toccati dagli Challant nei loro viaggi.

Ai piani superiori sono situate la cappella, con un pregevole polittico d’altare e le pareti affrescate, le camere del priore e di Margherita De La Chambre, madre di Filiberto e l’appartamento di Renato di Challant. Il corpo centrale dell’edificio ospita anche una camera con soffitto a cassettoni decorati con gigli dorati in campo blu, forse in onore di Carlo VIII che avrebbe soggiornato a Issogne nel 1494.

Il castello, dopo alterne vicende per complesse successioni dinastiche, nel 1872 giunse nelle mani di Vittorio Avondo che, con Alfredo d’Andrade e i fratelli Giuseppe e Pietro Giacosa, ne cominciò il restauro, per poi donarlo allo Stato nel 1907. Attualmente è di proprietà della Regione.

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