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Davvero un bel campionato del mondo di corsa in montagna quello che si è svolto domenica 2 settembre in Alta Valle Camonica, tra Ponte di Legno e Passo Tonale. L’Italia ha colto le solite significative soddisfazioni, anche se la mancanza di una medaglia d’oro rende il bottino complessivo azzurro inferiore alle attese. Tre medaglie d’argento ed una di bronzo, rappresentano lo stesso risultato numerico di medaglie della passata edizione, ma nel 2011, in Albania, erano state ben due le medaglie al d’oro che avevano brillato al collo degli azzurri: titoli iridati che avevano conquistato le due squadre senior.

Favorita da una stupenda giornata di sole, dopo che la vigilia, piovosa, ventosa e pure nevosa, aveva fatto temere il peggio, la rassegna organizzata con estrema bravura dall’Atletica Vallecamonica del presidente Alberto Pastorelli e soprattutto della famiglia Agostini, è andata in archivio strappando applausi e suscitando l’apprezzamento complessivo delle oltre quaranta nazioni presenti.  

I primi a partire e pure a terminare nonostante l’asprezza e la difficoltà dei 14,8 chilometri del tracciato, sono stati gli attori dell’Open Race, la gara aperta a tutti. In campo maschile ha vinto il giovane cadorino Luca Cagnati, in passato ex azzurro fra gli Juniores e comunque grande promessa della corsa in montagna azzurra. Fra le donne successo per la britannica Anne Buckley. In campo femminile successo della fortissima Junior turca Sevilay Eyemis, che sotto lo striscione d’arrivo è giunta con 39 secondi di margine sulla tedeschina Julia Lettl. Sul terzo gradino del podio è salita la slovena Lea Einfalt.

Nella sfida dedicata agli Juniores grande impressione hanno suscitato i giovani atleti ugandesi. Giunti per ultimi in Alta Valle Camonica, quando ormai le loro tracce sembravano perdute in chissà quale aeroporto europeo e giunti pure in ritardo di un paio di minuti sulla linea di partenza, i giovani leoni dell’Uganda, sui quasi nove chilometri del tracciato che da Ponte di Legno li hanno portati sul Passo del Tonale, non hanno avuto rivali. In modo particolare è sembrato volare Michael Cherop, robusto e possente grimpeur che ha tagliato la linea del traguardo con dodici secondi di margine su uno dei grandi favoriti della vigilia, il turco Adem Karagoz, giunto secondo davanti al connazionale Sommez Dag.

Entusiasmante la gara riservata alle Senior, che aveva nella camuna di Temù, Valentina Belotti, una delle sue annunciate protagoniste. E la campionessa che correva sull’uscio di casa non ha deluso le attese. Valentina ha disputato una gara superlativa. Partita un poco contratta, Valentina Belotti si è sciolta con il passare dei chilometri e la sua rimonta, tanto apprezzabile quanto entusiasmante, soprattutto per le centinaia di persone che dal Passo del Tonale seguivano sul mega-screen la diretta fornita da TeleBoario, le ha permesso di aggiudicarsi quell’argento che lei stessa ha dichiarato come il miglior risultato ottenibile. La Mayr infatti è sembrata in giornata di grazia, dimostrandosi una volta di più la più grande specialista della corsa in montagna. Sul terzo gradino del podio è salita la statunitense Morgan Aritola.

La prova riservata ai Senior ha regalato mille emozioni, anche se, come per le colleghe,  gli azzurri si sono visti sfilare la maglia di campioni del mondo conquistata l’anno passato in Albania. Ha vinto l’Eritrea perché oggi è stata imbattibile. E imbattibili sono stati in modo particolare Petro Mamo ed Azeria Teklay, che partiti di gran carriera poco dopo il via dato da Temù, hanno lasciato ai loro avversari solo le briciole. La ribalta i due campioni africani se la solo meritata dopo una corsa di testa, che Petro Mamo ha fatto individualmente sua scattando sull’erta finale del Pegrà. Teklay è secondo, mentre il terzo gradino del podio è stato appannaggio, un po’ a sorpresa, del russo Andrey Safronov. Quarto l’altro eritreo, Debasy Tsige, piazzamento che consegnerà poi l’oro a squadre al paese africano. Ma l’Italia, che nulla ha potuto contro lo strapotere eritreo, non ha affatto deluso.

Tre italiani sono finiti nei primi sette posti, con Gabriele Abate, Alex Baldaccini ed il sei volte campione del mondo, Marco De Gasperi, ad occupare rispettivamente i posti dal quinto al settimo di una graduatoria piena zeppa di campioni consumati. L’argento azzurro nella classifica per nazioni è stato messo in cassaforte grazie a Xavier Chevrier, che sospinto da almeno cento suoi sostenitori giunti dalla Valle d’Aosta e dalle valli bergamasche, ha saputo concludere la sua strepitosa prova in tredicesima posizione. Il campione italiano in carico della specialità, Bernard Dematteis, evidentemente non nella sua miglior giornata, è arrivato solo diciannovesimo, a più di cinque minuti dal vincitore. Ancora più indietro il sesto degli azzurri, Antonio Toninelli solo quarantanovesimo.

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