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Bioacquae”, un nuovo progetto per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici alpini, si avvia nel Parco nazionale del Gran Paradiso.

La Rana temporaria, anfibio tipico delle Alpi, è stata scelta come simbolo del progetto “Bioaquae”, promosso dall’Ente Parco nell'ambito del programma Life+. Il programma Life+ co-finanzia progetti relativi a tematiche ambientali, in questo caso legati a natura e biodiversità, che siano di interesse europeo e che contribuiscano a migliorare lo stato di conservazione delle specie e degli habitat in pericolo. L'approvazione del progetto ideato dal servizio scientifico dell'Ente Parco è un risultato importante; nel programma “Biodiversità” infatti, sono stati solo due i progetti finanziati in Italia, su 268 presentati alla Commissione UE nel 2011.

La Rana temporaria, diffusa su tutto l'arco alpino, durante le ricerche effettuate nei laghi del Parco, in corso dal 2006, si è rivelata a rischio a causa di un pesce “esotico”, introdotto negli anni ‘60, il Salmerino di fontana, che si nutre dei suoi girini.  Il Salmerino, originario del Nord America, rappresenta un vero e proprio flagello in grado di sconvolgere gli equilibri ecologici degli ecosistemi lacustri e di portare all'estinzione molte delle sue prede, tra cui la Rana temporaria. Achaz von Hardenberg, biologo del Parco e uno degli ideatori del progetto spiega: «Negli anni '60 l'allora consiglio di amministrazione del Parco autorizzò l'introduzione del Salmerino di fontana nei laghi del Parco per la pesca sportiva, contando sul ritorno economico che questa avrebbe apportato. Questa decisione, presa sicuramente in buona fede e col fine di trovare risorse per lo sviluppo del Parco, si è però portata dietro conseguenze con cui oggi ci troviamo a far fronte. Dalle ricerche in corso sui laghi del Parco è risultato che senza le introduzioni fatte dall'uomo nei tempi passati, questi sarebbero completamente liberi da pesci e dai loro effetti devastanti sulla biodiversità autoctona. Se ne è avuta conferma con il ritrovamento, in alcuni di questi, di esemplari di Daphnia middendorffiana (un piccolo crostaceo d’acqua dolce, n.d.r.) e non è un caso se nessuno di questi crostacei è mai stato trovato nei numerosi laghi dove negli anni '60 è stato introdotto il Salmerino».

La scoperta della Dafnia in laghi ancora integri, è un'ulteriore conferma della necessità di tutelare questi delicati ecosistemi d'alta quota e di  prospettare azioni di conservazione che limitino l'impatto delle specie introdotte, quali l'esigenza  di eliminare questa presenza per  ripristinare la biodiversità  e favorire la sopravvivenza di Rana temporaria, Dafnie, ed altre specie indigene. 

Le altre azioni principali del progetto “Bioacquae”, oltre all'eradicazione del Salmerino, prevedono  interventi di conservazione a favore della Trota marmorata in tre diversi corsi d'acqua nell'area protetta ed il miglioramento della qualità degli habitat acquatici d'alta quota, con l'applicazione di tecniche più eco-compatibili rispetto a quanto già previsto per legge, nel trattamento degli scarichi di strutture quali rifugi ed alpeggi.

foto: Gran Paradiso con eriofori – foto: Enzo Massa Micon – archivio PNGP

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