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Con la primavera i cercatori di cristalli si apprestano a ritornare alla loro attività preferita. Come in Valle d’Aosta, dove è attivissimo il gruppo mineralogico “Les Amis du Berrio”. Il presidente Franco Lucianaz in trent’anni di attività ha trasmesso a molti il suo amore per i minerali. Racconta che ancora bambino, quando portava le vacche al pascolo in alta Val di Rhêmes, raccoglieva pietre bianche, per poi sfregarle tra loro per far scintille e sentire l’odore di zolfo.



L’attività vera e propria di cercatore di cristalli cominciò negli anni Settanta quando, lavorando come tecnico regionale addetto ai prelievi delle acque, aveva trovato in Valsavarenche dei cristalli di quarzo fumé. Aveva così cominciato a frequentare il gruppo mineralogico del Cral della Cogne. Nel 1995 con Paolo Castello, geologo, e Gianni Caneparo, chimico, dava vita al gruppo “Les Amis du Berrio”. Appena due anni dopo veniva inaugurata la sala espositiva permanente dei cristalli a Punta Helbronner, dedicata alla guida alpina Hans Marguerettaz, scomparso tre anni prima, anche lui cercatore accanito.



L’attività dei “cristalliers” contemporanei non è più quella dei tempi di Balmat, il primo con Paccard a mettere piede sulla cima del Monte Bianco. Balmat vendeva i pezzi che trovava per vivere, oggi i cercatori vanno per passione, per collezionare i cristalli che hanno valore estetico e non solo commerciale. “La dimostrazione che collezioniamo i cristalli” – ha dichiarato Lucianaz – è che nel 2004 è stato possibile mettere in piedi la mostra “Minerali e cristalli in Valle d’Aosta” raccogliendo circa 350 pezzi tra pochi collezionisti, come Roberto Ferronato, Paolo Castello, Aldo Cambiolo ed io”.



Nel 2001 è stata raggiunta un’intesa con l’amministrazione regionale e il Museo di Scienze Naturali di Saint-Pierre, per l’autorizzazione a operare in zone protette in cambio di cessione dei campioni più interessanti al museo stesso. Nonostante alcune obiezioni che ogni tanto emergono, adesso anche il Parco del Mont Avic ha richiesto la collaborazione del gruppo mineralogico per allestire un museo. Tra i risultati più importanti degli scavi, l’estrazione nel 2003 di una piastra unica di 75 chili con ben sei minerali, in un geode nei pressi del rifugio Gonella. Sul sito www.mineraliecristalli.it le informazioni sul gruppo mineralogico e sui siti di ricerca, tra cui quello minerario di Saint-Marcel.



Proprio le vecchie miniere stanno per conoscere una nuova vita, in chiave turistica e ambientale. Si sta infatti da alcuni anni lavorando ad un progetto che ripercorra il tragitto del minerale di ferro estratto dalla miniera di Cogne fino all’omonimo stabilimento, ad Aosta. L’idea è di Corrado Binel, presidente del Museo minerario di Cogne. Per la prossima estate è prevista l’apertura di una prima tranche del nuovo allestimento permanente del Museo regionale dell’industria e delle miniere, nel ‘Villaggio Anselmetti’, un tempo destinato ad accogliere le maestranze della miniera e per il futuro è previsto anche il recupero di una parte della miniera stessa e del villaggio minerario di Colonna. In Valle d’Aosta sono stati censiti otto siti minerari: Cogne, Aosta, Orfeuille (Valgrisenche), Ollomont, Saint Marcel, Ussel, Challand e Champdepraz – che saranno oggetto di valorizzazione in ambito storico – culturale e ambientale.







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