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“Rifugiarsi tra le vette. Capanne e bivacchi della Valle d’Aosta dai pionieri dell’alpinismo a oggi” è la mostra a cura di Roberto Dini, Luca Gibello e Stefano Girodo che dal 17 luglio all’11 settembre (dalle ore 16 alle 19 tutti i giorni anche festivi) è ospite della storica centrale elettrica di Maen a Valtournenche (AO).

La mostra è curata dall’associazione Cantieri d’alta quota, associazione culturale costituitasi nel maggio 2012 a Biella, avente come scopi la ricerca, la divulgazione e la condivisione delle informazioni storiche, edilizie, progettuali, geografiche, sociali ed economiche sulla realtà dei punti d’appoggio in alta montagna, luoghi ambientalmente “estremi” per eccellenza. L’associazione intende porsi come osservatorio, piattaforma d’interscambio per tutti coloro che operano in montagna, così come per coloro che la frequentano. L’associazione è nata dopo la pubblicazione nel 2011 del libro di Luca Gibello: “Cantieri d’alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi” (già tradotto in francese e tedesco e giunto alla terza ristampa) e in passato ha già dato vita a mostre ospitate in località turistiche dell’intero arco alpino.

La Valle d’Aosta, regina dei Quattromila, ha visto crescere in numero e dimensioni i punti d’appoggio per le ascensioni sulle montagne del suo territorio e questo fin dagli esordi dell’alpinismo. La moltiplicazione dei rifugi e bivacchi è strettamente connessa con l’evoluzione della frequentazione delle montagne, e i rifugi alpini, prima appoggio per mete più ardite, sono oggi mete essi stessi. Ma i rifugi e i bivacchi costituiscono anche un importante patrimonio dal punto di vista storico e culturale, che merita di essere a tutti gli effetti annoverato tra le eccellenze architettoniche e paesaggistiche del Novecento e che va ben al di là della primaria funzione di punto d’appoggio per l’accesso e la frequentazione dell’alta montagna di queste costruzioni. Le «storie» che caratterizzano la realizzazione di tali strutture sono l’intreccio di una pluralità di aspetti quali le origini della committenza, le modalità di gestione delle strutture, la storia dell’alpinismo, le culture tecniche e architettoniche, le vicissitudini sociali e politiche delle nazioni e delle culture locali. La mostra propone un racconto che attraversa due secoli e può essere letto attraverso quattro filtri tematici complementari (paesaggio, comfort, tecnologia, persone), illustrando oltre 70 strutture e richiamando anche quelle non più esistenti.

Depliant mostra Rifugiarsi tra le vetteCantieri d’alta quota è anche:

  • un sito web (www.cantieridaltaquota.eu)
  • una newsletter mensile
  • un magazine free press quadrimestrale
  • una mostra itinerante in due versioni: “Rifugi alpini ieri e oggi. Un percorso storico tra architettura, cultura e ambiente” e “2000 metri sopra le cose umane. I rifugi alpini: storia, tipologia, funzioni”
  • conferenze pubbliche e seminari tecnici per professionisti

La mostra è organizzata dal Gruppo CVA (Compagnia valdostana delle acque) e dal Comune di Valtournenche.

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