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Lo scorso 15 settembre a Rima San Giuseppe, in Valsesia, si è svolto un interessante convegno voluto da Pietro Bolongaro, sindaco del piccolo centro valsesiano.
L’obiettivo del Convegno, ha dichiarato lo stesso Bolongaro all’apertura dei lavori, era di riscoprire le risorse ecosostenibili già utilizzate dagli antichi Walser, per proporre un turismo diverso.

Al Convegno sono intervenuti lo storico della Valsesia, professor Roberto Fantoni, che nel suo intervento, tra le altre cose ha evidenziato quanto ormai le alte valli siano sempre di più considerate dagli studiosi come zone di frontiera sociale e amministrativa, più che di frontiera ecologica. E per superare questo confine ideologico è necessario puntare sulla coltivazione di prodotti peculiari della zona, uscendo quindi dal concetto di globalizzazione.
Fantoni ha individuato nella patata il “prodotto di montagna” ideale, ipotizzando la possibilità di ottenere la denominazione DECO al fine di incentivarne la produzione e quindi la commercializzazione.

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La parola è passata poi al dottor Alberto Dotta del Consorzio Forestale Alta Valle di Susa, il quale ha illustrato come, ispirandosi agli “Escarton” – antiche aree di gestione autonoma che fin dal 1313 coordinavano il territorio dell’alta Valle Susa – nel 1953, venne fondato un Consorzio al quale inizialmente aderirono quattro Comuni e ai quali, via via, se ne aggiunsero altri 14.
Gli scopi erano sostanzialmente di impedire i tagli abusivi e stabilire le condizioni di gestione dei lotti assegnati. La bontà dell’idea iniziale, consolidatasi nel corso degli ultimi cinquant’anni, ha portato alla gestione odierna, che vede il Consorzio protagonista del risanamento e della cura dell’intero territorio montano dell’alta valle Susa.

E’ stata poi la volta del dottor Mauro Coppa dell’Università di Torino. Egli, pur riconoscendo al territorio della Valsesia caratteristiche adatte per lo sfruttamento degli alpeggi, vista l’asprezza e la ridotta accessibilità, peraltro comuni a molte altre realtà intorno al Monte Rosa, ha evidenziato la necessità di porre un freno all’abbandono e quindi al degrado degli alpeggi.
Viceversa ha sottolineato come, un approccio multifunzionale, rivolto al miglioramento foraggero, paesaggistico, naturalistico, turistico e storico-culturale, porterebbe ad un graduale e sensibile raggiungimento di risultati importanti come il miglioramento della rete sentieristica, la strutturazione di una serie di itinerari guidati, di collegamenti intervallivi.

A seguito dell'intervento del dottor Massimo Bonola, a chiudere i lavori è stato il giornalista Teresio Valsesia. Presentando il suo ultimo libro "Tour Monte Rosa Cervino", Editore Alberti di Verbania, ha voluto concretamente dimostrare quanto i territori intorno al Monte Rosa, se opportunamente custoditi e attrezzati, possono da soli diventare un veicolo importante di turismo qualificato.

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