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In programma ci sono quattro serate per quattro grandi storie di alpinismo. L'irresistibile attrazione che la montagna e il Monte Bianco, suo archetipo, esercitano sull’uomo ha generato questo breve excursus nella storia dell'alpinismo,  un insieme di storie personali e di grandi imprese. Sono tutte vicende straordinarie e insieme estremamente umane quelle che verranno presentate nei quattro appuntamenti, il 7, 14, 20 e 26 agosto, al Jardin de l’Ange alle 21. Valery Babanov, Hans Kammerlander, Silvio Mondinelli e Stevie Haston sono i grandi alpinisti protagonisti degli incontri, presentati da Vinicio Stefanello,  capo editor di Planetmountain.com.

Valery Babanov è uno dei protagonisti assoluti dell’alpinismo internazionale degli ultimi vent’anni. Pur essendo uomo di pianura, è nato a Omsk, nella piatta landa siberiana; la passione per la montagna gli è cresciuta dentro sin da bambino. L’alpinismo sembra una vocazione, una chiamata “divina”, per quest’uomo piccolo, magro, quasi ascetico. Dopo l’iniziazione all’escursionismo e all’arrampicata in uno dei tanti club giovanili, ha conosciuto a fondo la montagna durante il servizio militare regolare e poi con la squadra sportiva dell’esercito, la stessa di cui faceva parte anche Anatolij Bukreev. Lì arrampicava seguendo i criteri della scuola russa, da cui presto prese le distanze, attratto dalle solitarie. Si congedò dall’esercito e si trasferì a Chamonix, dove si è rivelato con una serie di ascensioni  solitarie di altissimo livello, come la Direttissima Americana al Petit Dru nel ’95 e una via nuova sulla parete nord delle Grandes Jorasses nel ’99. Dopo importanti ripetizioni anche sulle big wall americane, nel 2001 con una nuova via in solitaria sul Meru, in India, ha vinto il suo primo Piolet d’or. Nel 2002, dopo aver seguito i corsi all’ENSA (Ecole Nazionale de Ski et Alpinisme) di Chamonix è diventato guida alpina, primo alpinista russo a conseguire il diploma UIAGM. Nel 2003 è arrivato il secondo Piolet d’or per la via aperta con Yuri Koshelenko sul Nuptse est (Nepal), in stile alpino. Nel 2008 gli è stato assegnato il Premio internazionale Saint-Vincent per i professionisti della montagna per l’ascensione del Pilastro Ovest dello Jannu (7710 m, Nepal) effettuata in stile alpino con Serghey Kofanov.

Babanov porta avanti un alpinismo di ricerca, coerente fino in fondo con lo stile leggero, senza portatori, campi e corde fisse. In questi anni ha stupito il mondo non solo per la sua versatilità, ma anche per la quantità e varietà delle sue ascensioni, oltre seicento, moltissime nuove e tutte di grande livello tecnico. L’impresa di prestigio più recente è stata l’ascensione in soli sedici giorni di due ottomila, il Broad Peak e il Gasherbrum I, aprendo altrettante vie nuove, naturale evoluzione della ricerca dei propri limiti fisici e psicologici, portata avanti con metodo e in sicurezza.

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