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Se pazienti e medici non possono incontrarsi, sono le informazioni a viaggiare. La telemedicina supera le barriere spazio/tempo, con la trasmissione in tempo reale di dati grazie ai mezzi di comunicazione, dal telefono al web. In montagna e in generale negli ambienti ostili e isolati, trova uno dei campi principali di applicazione. Se ne è parlato giovedì 9 e venerdì 10 a Courmayeur, all’hotel Pavillon, nel corso del seminario internazionale “Du piolet à internet”, organizzato da Regione Valle d’Aosta, Azienda Usl Valle d’Aosta, Fondazione Courmayeur, Fondazione Montagna sicura, con il patrocinio della Società Italiana di Medicina di Montagna, nell’ambito del progetto Résamont, rete transfrontaliera di medicina di montagna.

Gli interventi hanno illustrato il contesto della cooperazione transfrontaliera, con i progetti di telemedicina e le reti di ambulatori di medicina di montagna e la formazione degli operatori sulle patologie acute. Se la telemedicina può offrire benefici, ci sono ancora ombre sul suo utilizzo: non solo i costi ma soprattutto le responsabilità civili e penali dei singoli operatori implicati nella telemedicina. Avvocati e giuristi hanno cercato di dipanare la matassa delle responsabilità, del rapporto medico – paziente, del consenso informato, della privacy, nella seconda giornata di lavori, procedendo all’analisi comparata della legislazione sulla telemedicina e sulla medicina di montagna in Francia, Italia e Svizzera. Nei tre paesi confinanti si passa da un’accettazione della telemedicina come atto medico in Francia, alla mancanza per ora di leggi specifiche in Italia, alla complicata  differenziazione tra i vari cantoni in Svizzera.

Dalle relazioni è emersa la necessità di nuovi standard di valutazione della pratica medica e l’anacronismo della “presenza” del medico nella prestazione “personale” che non è necessariamente “di persona”. Il seminario è stata quindi occasione per identificare le basi di una possibile legislazione regionale sulla materia. Colmando il vuoto normativo che caratterizza attualmente la realtà italiana, una legge regionale potrebbe rappresentare un modello anche per il legislatore statale.

Hanno concluso i lavori una tavola rotonda sulle prospettive comunitarie e regionali per l’assistenza sanitaria transfrontaliera e la telemedicina e un intervento del presidente della Regione Augusto Rollandin a suggellare l’importanza della telemedicina per l’amministrazione regionale.

Le relazioni saranno pubblicate in uno dei quaderni della Fondazione Courmayeur e a breve sul sito www.fondazionecourmayeur.it

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