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Le richieste finanziarie della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) ai comitati organizzatori delle gare di Coppa del mondo in Gardena e Alta Badia sono state un argomento scottante della scorsa estate e lo sono ancora. Cos’è successo?
Stefania Demetz: La FISI versa in una difficile situazione finanziaria. Il presidente Morzenti, insediatosi nell’aprile 2007, ha naturalmente fra i suoi compiti anche quello di rimettere in sesto i conti. Di fronte a questa responsabilità noi non ci siamo mai tirati indietro. In questi ultimi anni abbiamo sempre sostenuto i giovani sportivi della valle tramite una fondazione per la promozione dello sport giovanile. Abbiamo inoltre siglato accordi con l’ex presidente Coppi, che prevedevano il versamento del 10% degli introiti pubblicitari alla FISI.

Il problema ora è sorto perché le richieste della Federazione da subito sono state economicamente non sostenibili per noi. L’approccio, inoltre, è stato aggressivo fin dalle prime battute perché non ha minimamente tenuto conto dei contratti bilateralmente sottoscritti e validi fino alla stagione 2010/2011. In sintesi ci è stato detto che per poter continuare ad organizzare le gare dobbiamo pagare, altrimenti saremmo esclusi dai calendari. Questo modo di operare, oltre ad essere offensivo per il lavoro che da oltre 40 anni svolge la nostra organizzazione al servizio dello sci (senza scopo di lucro e con l’unico obiettivo di promuovere questo sport), mette a rischio non semplicemente la nostra sopravvivenza, ma anche la realizzazione di un evento di qualità.

L’epilogo finale potrebbe essere addirittura la bancarotta, laddove – va sottolineato – le garanzie bancarie sono sottoscritte da poche persone private che per pura passione hanno deciso di sostenere la coppa del mondo in Val Gardena. Sulla base dei contratti sottoscritti, inoltre, ed entrati in vigore due anni fa, abbiamo fatto investimenti che dovrebbero essere ammortizzate in cinque anni. I conti, dunque, sono scoperti.

L’intervista in versione integrale

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