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“Programma Internazionale di Ricerca e Formazione sulla Gestione Sostenibile delle Aree Montane”: è questo il significato dell’acronimo IPROMO.

Il programma è stato ideato ed organizzato dal Segretariato Mountain Partnership presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO), dall’UNESCO e dall’Università di Torino con il finanziamento in primis della Regione Piemonte.

Fra le diverse azioni spicca la Scuola Internazionale di Alta Formazione per la Montagna con sede presso l’Istituto Scientifico “Angelo Mosso” su cui vale la pena spendere due righe. L’Istituto Mosso, sito a circa 2.900 m sul Col d’Olen (spartiacque fra Piemonte e Valle d’Aosta, nel massiccio del Monte Rosa), venne inaugurato nel 1907 e dedicato agli studi fisiologici in alta quota. Nel 1931 divenne proprietà dell’Università di Torino e negli anni ’50 ospitò, fra l’altro, le ricerche ed i preparativi in vista della spedizione al K2 condotta con successo dal Prof. Desio nel 1954. Nel 2000 è stato quasi completamente distrutto a causa di un incendio, ma è stato restaurato e riaperto al pubblico nel 2007 grazie ai fondi di un programma Interreg Italia-Svizzera.

Tornando al corso, esso si tiene sotto la Direzione scientifica del Prof. Ermanno Zanini del Dipartimento di Protezione e Valorizzazione delle Risorse Agroforestali – DIVAPRA – della Università di Torino, dura due settimane (dal 18 luglio fino all’1 agosto) e prevede un programma denso di appuntamenti che toccano molti aspetti, tutti cari al più ampio tema dello sviluppo del territorio montano.
Si parlerà, quindi, di sostenibilità, di biodiversità, di azioni per accrescere l’economia montana, di agricoltura di (e in) montagna, ma anche di politiche, leggi e in generale di governance dei territori delle “terre alte”.

La scuola è aperta ad un massimo di 30 alunni e per quest’anno sono previste partecipazioni dal Nepal, Buthan, Pakistan, Vietnam, India, ma anche dalla Kirghizia e dall’Azerbaijan.

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