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Di come e quanto i cambiamenti del turismo interessino la Valle d’Aosta si è discusso venerdì 2 marzo alla Biblioteca Regionale di Aosta, nel corso del convegno “Il turismo diffuso in montagna: quali prospettive?” promosso dalla Fondazione Courmayeur in collaborazione con l’Osservatorio sul sistema montagna  “Laurent Ferretti”. Il turismo montano si caratterizza per una crescente diversificazione dell’offerta: non solo escursioni e sci, mai come quest’anno in crisi per mancanza di materia prima, ma anche mostre e visite nei borghi, valorizzazione del patrimonio rurale, eventi enogastronomici, turismo del benessere, promozione eco-sostenibile del territorio.

Al centro dell’attenzione lo studio promosso dalla stessa Fondazione, curato da  Elise Champvillair, che della Fondazione è la giovane segretaria. Attraverso un’analisi svolta sul campo tra gli operatori turistici locali, sono state messe in luce le tante potenzialità del territorio valdostano non ancora sufficientemente tradotte in investimenti. Secondo lo studio, parte del flusso turistico potrebbe infatti essere orientato verso mete alternative, soprattutto in ambito artistico-culturale, rurale ed enogastronomico, verso località minori, che seppure meno conosciute, potrebbero godere di un’immagine attraente e ben definita. Lo stesso studio ha poi evidenziato momenti di criticità del sistema turistico regionale come il basso livello di coinvolgimento e imprenditorialità degli operatori turistici locali. 

Uno dei nodi del problema, evidenziato dal presidente del tour operator Eurotravel, Cleto Benin, risiede nella mancanza di corrispondenza tra la comunicazione del prodotto turistico e l’effettivo adeguamento del territorio all’offerta.
Un esempio della conversione dal turismo dello sci a quello culturale è stato portato da Massimo Tamone, sindaco di Etroubles, che si sta qualificando come galleria d’arte a “cielo aperto” grazie ad una collaborazione con la Fondation Gianadda di Martigny.  Le opportunità non mancano, ma secondo molti dei presenti è necessaria una cabina di regia comune, per poter dare nuove opportunità al settore.

Luigi Gaido, co-direttore del Master in Economia del Turismo di Montagna dell’Università di Aosta, ha sottolineato il ritorno alle origini. Il turismo diffuso sarebbe il modello arcaico del turismo montano, antecedente la realizzazione dei primi impianti sciistici.

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