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Domenica 4 luglio è il gran giorno. Si rinnova infatti l’appuntamento più atteso dai ciclisti di tutto il mondo: la Maratona dles Dolomites. Quasi 9000 “bike addicted” prenderanno il via alle 6,15 da La Villa, al cospetto del maestoso Sassongher, rinnovando per la ventiquattresima volta la magia di questa corsa unica, inimitabile, sui tre percorsi classici (55, 106, 138 km).

Come sempre, la mente creativa del patron Michil Costa ha identificato un tema, un soggetto portante della manifestazione e quest’anno, con il motto “EcoLogical”, sarà l’ambizione di raggiungere la certificazione di “carbon neutrality” il filo conduttore, insieme con le consuete attività benefiche che da sempre contraddistinguono l’organizzazione della Maratona.

I numeri dell’edizione 2010 sono impressionanti: 25.000 richieste pervenute, 21.000 ammessi all’estrazione per arrivare a 8.800 partecipanti, da 60 Paesi del mondo. Oltre 1.000 i volontari coinvolti nell’organizzazione, senza contare i quintali di vettovaglie necessari a soddisfare le esigenze della sterminata griglia di partenza. Ricondurre ad un “impatto zero” tale mole di attività (dirette e indotte) non sarà facile, ma la determinazione del gruppo di Michil è proverbiale, e di sicuro, porterà al risultato.

Esperienza di un maratoneta
Da sette anni non perdo un’edizione e non perché ambisca a risultati esaltanti, ma semplicemente perché la Maratona è un posto dove essere,  un’emozione da vivere. Perché è indescrivibile pedalare sotto le cime dolomitiche con ottomila compagni e inserirsi nel flusso apparentemente infinito di ruote, manubri e respiri affannati. Si fa fatica, ciascuno a modo suo. Il susseguirsi dei passi dolomitici (Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, e ancora Campolongo, Falzarego, Valparola, con l’aggiunta del Giau per i più arditi) ti taglia le gambe, le rende di gesso, ma la volontà è più forte e ti spinge al tuo traguardo, “breve”, “medio” o “lungo” che sia. Al termine vai di sicuro a controllare i risultati (i parziali e il finale ti vengono addirittura inviati in tempo reale via Sms) facendo confronti con la prestazione dell’anno precedente o con quella dei coetanei, ma l’aspetto agonistico, per la stragrande maggioranza dei partecipanti, poco conta di fronte alla soddisfazione di aver vissuto ancora una volta un’esperienza così forte e profonda da poter essere ricordata fino alla prossima edizione.

L’impegno di una valle
Tra le meraviglie della Maratona dles Dolomites, vi è senza dubbio il coinvolgimento e la partecipazione della popolazione badiota alla costruzione dell’evento.  L’intera valle si auto coinvolge in questo mega happening sapientemente organizzato ma capace di mantenere intatto il fascino e la spontaneità delle prime edizioni. I mille volontari rendono la macchina perfettamente oliata e capace di gestire l’immensa mandria dei ciclisti partecipanti. Da tutto il mondo arrivano le iscrizioni, tanta è l’eco di una competizione nata per scherzo e oggi, insieme alla Coppa del mondo di Sci di Alta Badia, manifestazione trainante del turismo locale.

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